venerdì 12 dicembre 2008


Via da Freedonia, il nuovo spettacolo di Enrico Fink, al Pietro Aretino

.....................All’interno di questa rassegna, giovedì 11 dicembre alle ore 21.00 al Teatro Pietro Aretino, Officine della Cultura presenta il nuovo progetto teatrale di Enrico Fink: Via da Freedonia, a proposito di Israele. Cosa rappresenta Israele per un ebreo italiano? Per anni Fink ha portato sulle scene il suo primo spettacolo, Patrilineare; dove un giovane Riccardo Rotstein riscopriva la propria storia, il proprio rapporto con la tradizione e l’identità, con l’ebraismo. Un rapporto che era fondato piuttosto sull’assenza che sulla presenza della memoria: una memoria negata dalla Shoah, dalla cancellazione quasi totale della sua famiglia, fino a lasciare solo un cognome straniero e poco più ad impedire l’oblio. Oggi Riccardo è cresciuto, e si pone altre domande. Che cosa rappresenta Israele? Un sogno di salvezza, il luogo dove la sua famiglia avrebbe potuto salvarsi? Il mostro dell’occupazione raccontato tutti i giorni dai giornali? Il futuro, un modo nuovo di intendere l’essere ebreo? Uno stato come tanti altri? “Da tempo riflettevo sul fatto che spesso in Europa noi musicisti che ci occupiamo del mondo ebraico evitiamo come la peste di infilarci nel contemporaneo, nel cuore della ferita aperta del conflitto israelo-palestinese. – racconta Enrico Fink - Eppure credo che chi si avvicina alla cultura ebraica sia incuriosito dal rapporto che esiste fra gli ebrei della diaspora e Israele. Di Israele si parla continuamente, e se ne sa pochissimo: io non mi permetto di fare una storia del conflitto, o della nascita dello stato anche se, ovviamente, è significativo per me parlarne oggi a 60 anni dalla fondazione; ma ci tengo a raccontare come viva quel rapporto un ebreo di sinistra, cresciuto a Firenze (fra l'altro) nel movimento pacifista, iscritto alla federazione giovanile del PCI, e che si ostina a pensare che la storia, la nascita stessa di Israele, appartenga alla storia della sinistra europea. In questo spettacolo racconto la tensione che l'allontanamento fra sinistra italiana e Israele ha provocato (a me come a tanti altri), e cerco di porre delle domande, suscitare un dibattito. Questo testo scritto da Laura Forti, drammaturga da sempre impegnata ad affrontare temi difficili e scottanti, vuole essere qualcosa di aperto, che non si chiude in se stesso ma è provocazione e stimolo a una discussione. Una discussione di cui credo ci sia molto bisogno”.Riccardo Rotstein, in Via da Freedonia, racconta Israele attraverso i propri occhi e attraverso un dialogo fitto – anche se immaginato - con i compagni con cui ha condiviso la passione politica, il pacifismo; e nei confronti dei quali Israele ha sempre rappresentato un discrimine, un motivo di differenza. Ma anche attraverso le parole di grandi autori (da Yehuda Amichai a David Grossman). Attraverso la musica, quella strana mescolanza fra tradizione est europea e mondo arabo, fra sacro e profano, fra oriente ed occidente, che è la musica d’Israele. Via da Freedonia è un monologo teatrale con musica dal vivo (eseguita dalla Homeless Light Orchestra), dove Rotstein racconta, si interroga, canta... E ci aiuta, forse, a gettare uno sguardo nuovo su un mondo antico e su una delle grandi questioni del nostro tempo.

http://www.arezzonotizie.it/ MARTEDì 09 DICEMBRE 2008

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