martedì 31 marzo 2009

Donatella Di Cesare

La tradizione, anima universale e permanente della coscienza ebraica

Nell’ebraismo, molto più che altrove, la tradizione svolge un ruolo – è il caso di dire – fondamentale. Non sono pochi i precetti o anche le consuetudini riconducibili solo alla tradizione. E se si pretende di trovare una spiegazione razionale, ci si trova in grande imbarazzo. Questo porta alcuni a credere che la tradizione sia qualcosa di fermo e statico. Perciò dovrebbe essere sottoposta al vaglio critico della ragione, riformata e alla fin fine respinta. Questo è l’atteggiamento dell’uomo che crede di essere illuminato e che chiama la tradizione a rispondere davanti al tribunale della ragione. Ma di quale ragione? La sua? O una ragione che si vuole a tutti i costi universale? E soprattutto: c’è davvero una alternativa fra tradizione e ragione? Quanta tradizione è già confluita nella nostra ragione che è sempre finita e storica? È sbagliato prendere per tradizionalismo un concetto positivo di tradizione. Perché la tradizione è un processo vivo di trasmissione storica del passato. È come un dialogo ininterrotto a cui tutti prendiamo parte. Nell’ebraismo la tradizione è quel momento riflessivo che si inserisce fra l’assoluto del Sinai e l’oggi peculiare di ciascuno, fra la rivelazione e la ricettività spontanea e creativa di ogni ebreo.Donatella Di Cesare, filosofa http://www.moked.it/

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