mercoledì 15 aprile 2009

Tel Aviv all'alba

E' festa nella città laica: Tel Aviv compie 100 anni

Repubblica — 14 aprile 2009 di Marco Ansaldo
Ci sono già le ragazze in bikini, e i gelatai sulla spiaggia. Ci sono festoni a ogni angolo. I trampolieri su Rotschild Boulevard e i suonatori di tamburo su Hava Naghila.A piazza Rabin, la spianata centrale triste scenario del celebre omicidio, l' altra notte hanno sparato fuochi artificiali bianchi e blu, i colori nazionali. Buon compleanno, Tel Aviv! E che i tuoi cento anni, che cadono nell' anniversario anche della liberazione nel Lager di Buchenwald, siano più lieti delle tante tragedie attraversate. Centinaia di fotografie risplendono a Giaffa, nucleo originario della città. Conferenze e spettacoli ovunque. Concerti e rievocazioni. «La collina della primavera», questo vuol dire Tel Aviv, è da settimane nel vortice di una movida colossale che continuerà tutto l' anno. Una "fiesta" destinataa non finire. Non solo perché questa è una città che non dorme mai. Ma perché, come ha detto il capo dello Stato Shimon Peres ricordando la sua giovinezza, «è il posto adatto per innamorarsi». Da qui partirono i pionieri di Theodor Herzl, sbarcati in Palestina all' inizio del XX secolo, che nella costruzione del nuovo centro si ispirarono nel 1909 agli ideali della «città-giardino». Più tardi, i loro successori la vestirono di grandi edifici bianchi, nella stagione architettonica di scuola Bauhaus. Una città in festa, che non dimentica però le sue cicatrici: dai feroci scontri con i vicini arabi negli Anni venti, ai micidiali bombardamenti italiani nel 1940; dalla caduta dei missili Scud nella prima guerra del Golfo, all' assassinio di Yitzhak Rabin. Un centro in espansione. Patrimonio dell' umanità per l' Unesco, Tel Aviv-Giaffaè ora anche il cuore pulsante dell' economia israeliana. Tenore di vita alto e appartamenti a caro prezzo. Ci si diverte, e si lavora. Bar, ristoranti, discoteche aperte fino al mattino. Nessuno qui è più libero dei gay. Nessuno la notte caccia le prostitute russe.E nessuno si scandalizza su questioni altrove invece dirimenti. L' altro giorno un giovane ebreo ortodosso, vestito di scuro e con la barba di ordinanza, si è spogliato completamente davanti alla cassa di un supermercato, rimanendo con un solo calzino a coprire le parti intime. Protestava per la presenza sugli scaffali di pane lievitato, vietato dalle prescrizioni religiose della Pasqua ebraica, e quindi «non kosher». E' stato portato fuori e alla fine la polizia non gli ha contestato alcun reato. Naturalmente Tel Aviv non è la città perfetta. E' poco verde, e da un punto di vista ambientale lascia parecchio a desiderare. Il traffico spesso non dà scampo. Ma al di là degli inevitabili problemi, qui arrivano per divertirsi milioni di visitatori. «Tel Aviv - spiega Yael Dayan, presidente del consiglio comunale e figlia del generale Moshe Dayan - è un modello per quel che Israele dovrebbe essere. Gerusalemmeè un simbolo, più che una città, e la gente viene via. Noi siamo esattamente il contrario: qui la gente accorre,e si vivee si lascia vivere». E allora, cento di questi anni, Tel Aviv. -

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