giovedì 21 maggio 2009

Nir Eliau: muro difensivo
Il Giardino dei Giusti
di Claudia Campagnano
Il primo giardino dei giusti al mondo è stato fondato a Gerusalemme allo Yad Vashem, il secondo a Yerevam in Armenia, il terzo a Sarajevo, il quarto nel 2003 in Italia a Milano. Ed è proprio nel giardino milanese che il 5 maggio 2009 sono stati piantati 6 nuovi alberi dedicati ad altrettanti “eroi” che hanno lottato contro i crimini commessi contro l’umanità.Ma chi sono questi eroi o, come preferiamo chiamarli, Giusti? Sono persone semplici che con grande coraggio scelgono di lottare contro gli orrori dell’umanità, così come nel suo bel intervento ci ha ricordato Claudia De Benedetti, vicepresidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane: “I giusti sono la nostra coscienza, fanno cadere tutti gli alibi della malafede o della semplice indifferenza.Hanno dimostrato che di fronte al male c’è sempre un’alternativa, si deve avere il coraggio di scegliere, di dire un sì o un no. Grazie a loro, nell’immane orrore della Shoà, una tenue luce di speranza e di fiducia si è fatta strada. Ricordano a noi tutti che è umano perdonare,mai dimenticare: perché è la memoria, che aiuta a scegliere tra l’indifferenza ed il coraggio, che impedisce il ripetersi di errori nefasti.”Ma non solo gli orrori della Shoà sono stati ricordati a Milano: i giusti, infatti, non sono solo coloro che salvarono gli ebrei durante la seconda guerra mondiale, ma sono tutti queli che,in misura diversa, si sono distinti per il loro coraggio nel salvare vite umane, coloro che hanno scelto di combattere e di non restare indifferenti davanti ai crimini dell’umanità,davanti al negazionismo storico, coloro che hanno difeso a tutti i costi la verità.E allora ecco a chi sono stati dedicati i 6 alberi nel giardino milanese: alla Giornalista russa
Anna Politkovskaja, assassinata nel 2006 per aver denunciato i massacri in Cecenia; all’intellettuale turco di origini armene Harant Dink che ha lottato per costruire un dialogo con
i turchi; all’attivista dei diritti umani in Bosnia Erzegovina Dusko Condor assassinato nel 2007 per aver testimoniato contro i carnefici serbi che avevano brutalmente assassinato 26 musulmani sotto casa sua; al console italiano in Rwanda Pierantonio Costa che salvò 2000 Tutsi; ai 440 giusti italiani della Shoà e all’arabo tunisino Khaled Abdul Wahab che durante la seconda guerra mondiale sfamò e nascose per diversi mesi un gruppo di ebrei.Proprio all’interramento di quest’ultimo albero si può forse attribuire un significato ulteriore, poiché, come ci ricorda Gabriele Nissim, Presidente del Comitato per la Foresta dei Giusti: “E’ un atto di grande significato morale, perché nel mondo arabo e musulmano si preferisce non divulgare di atti di umanità compiuti nei confronti degli ebrei.Per alcuni infatti non è onorevole raccontare episodi di questo tipo nel clima lacerato del conflitto meD-orientale. Faiza (la figlia di Wahab, presente alla cerimonia, ndr) rompe questo tabù con la sua decisione di esporsi pubblicamente. Sta infatti lavorando questi giorni ad un documentario in Tunisia sul gesto del padre con l’obiettivo di farlo conoscere a livello internazionale.”Sarà forse possibile dopo questo primo passo rendere onore anche agli altri giusti arabi che in paesi quali Tunisia, Marocco e Algeria hanno rischiato la loro vita per difendere quella degli ebrei.Lo scopo di questo giardino è quello di onorare ogni anno le figure esemplari della storia mondiale, ma anche quello di ricordarci che il male in tutte le sue forme, anche le più atroci, potrà sempre essere sconfitto, grazie ai “giusti”, persone normali, che con grande coraggio scelgono di combatterlo. Sullam n.31

Nessun commento: