10 nov (Velino/Velino Latam) - È iniziata con un incontro col ministro della Difesa Nelson Jobim la visita ufficiale del presidente israeliano Simon Peres in Brasile. La missione, che si protrarrà per cinque giorni, è la prima di un presidente israeliano nel gigante amazzonico negli ultimi 43 anni. La stampa locale concentra l’attenzione sul timing dell’appuntamento: Peres arriva due settimane prima della visita del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, atteso nella capitale latinoamericana il prossimo 23 novembre. Senza dimenticare che entro la fine dell’anno il leader iraniano potrebbe tornare in visita a Caracas, ospite del suo alleato Hugo Chávez. Un intreccio di capitali che nasconde più di una trama. Molto si è detto sui progetti di Teheran circa una maggiore presenza nel continente sudamericano, tanto da spingere un deputato statunitense - il democratico Eliot Engel - a definire un “grave errore” la scelta di Brasilia di accettare la visita di Ahmadinejad. Ma Israele - con un Trattato di libero commercio firmato nel 2007 - è anche il primo socio esterno del Mercosur, l’area di libero scambio che comprende Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. E che potrebbe comprendere anche il Venezuela, se il Senato brasiliano, domani, approverà il trattato di ratifica dell’accordo voluto dal presidente Inacio luis Lula da Silva e Chávez. Peres arriva a distanza di qualche mese dalla visita del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, e poche settimane dopo che il governo ha ricordato la preoccupazione per “l’infiltrazione” dell’Iran in Sudamerica. Il presidente israeliano, che lavorerà con una delegazione di imprenditori anche al rafforzamento delle relazioni economiche, incontrerà domani il suo omologo brasiliano. Lula viene accreditato dalla stampa locale come possibile mediatore anche sullo scenario mediorientale. Ipotesi che Peres, rispondendo ai media brasiliani non ha scartato: “Se qualcuno può offrire un ponte al mondo, perché no?”, ha detto sottolineando che l’Iran è un problema “di tutto il mondo non solo di Israele”.
martedì 17 novembre 2009
Brasile-Israele, Peres “disturba” le relazioni Iran-Sud America
10 nov (Velino/Velino Latam) - È iniziata con un incontro col ministro della Difesa Nelson Jobim la visita ufficiale del presidente israeliano Simon Peres in Brasile. La missione, che si protrarrà per cinque giorni, è la prima di un presidente israeliano nel gigante amazzonico negli ultimi 43 anni. La stampa locale concentra l’attenzione sul timing dell’appuntamento: Peres arriva due settimane prima della visita del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, atteso nella capitale latinoamericana il prossimo 23 novembre. Senza dimenticare che entro la fine dell’anno il leader iraniano potrebbe tornare in visita a Caracas, ospite del suo alleato Hugo Chávez. Un intreccio di capitali che nasconde più di una trama. Molto si è detto sui progetti di Teheran circa una maggiore presenza nel continente sudamericano, tanto da spingere un deputato statunitense - il democratico Eliot Engel - a definire un “grave errore” la scelta di Brasilia di accettare la visita di Ahmadinejad. Ma Israele - con un Trattato di libero commercio firmato nel 2007 - è anche il primo socio esterno del Mercosur, l’area di libero scambio che comprende Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. E che potrebbe comprendere anche il Venezuela, se il Senato brasiliano, domani, approverà il trattato di ratifica dell’accordo voluto dal presidente Inacio luis Lula da Silva e Chávez. Peres arriva a distanza di qualche mese dalla visita del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, e poche settimane dopo che il governo ha ricordato la preoccupazione per “l’infiltrazione” dell’Iran in Sudamerica. Il presidente israeliano, che lavorerà con una delegazione di imprenditori anche al rafforzamento delle relazioni economiche, incontrerà domani il suo omologo brasiliano. Lula viene accreditato dalla stampa locale come possibile mediatore anche sullo scenario mediorientale. Ipotesi che Peres, rispondendo ai media brasiliani non ha scartato: “Se qualcuno può offrire un ponte al mondo, perché no?”, ha detto sottolineando che l’Iran è un problema “di tutto il mondo non solo di Israele”.
10 nov (Velino/Velino Latam) - È iniziata con un incontro col ministro della Difesa Nelson Jobim la visita ufficiale del presidente israeliano Simon Peres in Brasile. La missione, che si protrarrà per cinque giorni, è la prima di un presidente israeliano nel gigante amazzonico negli ultimi 43 anni. La stampa locale concentra l’attenzione sul timing dell’appuntamento: Peres arriva due settimane prima della visita del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, atteso nella capitale latinoamericana il prossimo 23 novembre. Senza dimenticare che entro la fine dell’anno il leader iraniano potrebbe tornare in visita a Caracas, ospite del suo alleato Hugo Chávez. Un intreccio di capitali che nasconde più di una trama. Molto si è detto sui progetti di Teheran circa una maggiore presenza nel continente sudamericano, tanto da spingere un deputato statunitense - il democratico Eliot Engel - a definire un “grave errore” la scelta di Brasilia di accettare la visita di Ahmadinejad. Ma Israele - con un Trattato di libero commercio firmato nel 2007 - è anche il primo socio esterno del Mercosur, l’area di libero scambio che comprende Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. E che potrebbe comprendere anche il Venezuela, se il Senato brasiliano, domani, approverà il trattato di ratifica dell’accordo voluto dal presidente Inacio luis Lula da Silva e Chávez. Peres arriva a distanza di qualche mese dalla visita del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, e poche settimane dopo che il governo ha ricordato la preoccupazione per “l’infiltrazione” dell’Iran in Sudamerica. Il presidente israeliano, che lavorerà con una delegazione di imprenditori anche al rafforzamento delle relazioni economiche, incontrerà domani il suo omologo brasiliano. Lula viene accreditato dalla stampa locale come possibile mediatore anche sullo scenario mediorientale. Ipotesi che Peres, rispondendo ai media brasiliani non ha scartato: “Se qualcuno può offrire un ponte al mondo, perché no?”, ha detto sottolineando che l’Iran è un problema “di tutto il mondo non solo di Israele”.
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