giovedì 26 novembre 2009


Chiesa cattolica e Israele, Minerbi fa il punto su un rapporto inevitabilmente difficile e delicato

“I problemi tra Santa Madre Chiesa e Israele sono nati prima di Israele”, assicura il professor Sergio Minerbi (nell'immagine), uno dei maggiori esperti delle questioni diplomatiche tra il Vaticano e lo Stato ebraico. “L'opposizione della Chiesa a Israele è l'appendice del filone antisemita nella storia del cattolicesimo”, aggiunge lo studioso.Internazionalista dell'Università di Haifa, collaboratore del Sole 24ore, ex ambasciatore israeliano a Bruxelles, Minerbi non usa sempre toni che ci si aspetterebbe da un navigato diplomatico. Lancia accuse forti e precise: “La Santa Sede si è sempre opposta alla preponderanza ebraica in Palestina, praticamente alleandosi con l'Olp.”. “La tesi principale della Chiesa, riguardo ai suoi rapporti col nazismo, è quella coniata nel 1945 da Pio XII: la Chiesa non è stata collaboratrice ma vittima della furia nazista. Ma questa tesi è un falso storico”. L'atmosfera in sala si scalda, ma i rilievi critici non sono finiti. Una delle figure più criticate da Minerbi, dopo aver premesso di non volersi dilungare su Pio XII, è papa Giovanni Paolo II: “E' quello che più ha lavorato al progetto di cristianizzare la Shoah (è nell'ottica di questo progetto che è pensata la tanto controversa beatificazione di Pio XII), di sottrarre agli ebrei il ruolo di vittima”. Nell'omelia per Birkenau papa Wojtila dice che sono morti sei milioni, ovvero un quinto della popolazione polacca; “ciò è gravissimo: cercò di far credere che sono morti sei milioni di polacchi, ma non è affatto così, i sei milioni sono ebrei”. Qualcuno a questo punto si alza per protestare, ma il professore non si tira indietro, sembra quasi disposto a trasformare la sua conferenza in un dialogo acceso con un cattolico suscettibile, anche gli organizzatori (l'associazione Italia-Israele di Torino) cercano di mantenere calmi gli animi. Un'altra cosa che Minerbi non si sente di accettare del pontificato di Wojtila è “l'espressione Golgota del mondo moderno, usata ben tre volte per designare la Shoah: Golgota è il colle sul quale fu crocifisso un ebreo per dare vita al cristianesimo. Che messaggio vuole lanciare un simile parallelo?”. Le critiche si susseguono a ritmo incalzante, e c'è ne anche per il mondo ebraico: “Il rabbinato che intrattiene relazioni diplomatiche con la Santa Sede, con poche eccezioni, capisce di questioni ecclesiastiche quanto la Chiesa capisce di Talmud: davvero poco”. “Per esempio - spiega Minerbi - è stato firmato un documento diplomatico che parla di riconciliazione, senza conoscere il particolare significato che tale parola assume in San Paolo: riconciliarsi sotto un'unica croce”.Tra polemiche sul caso Williamson, il vescovo negazionista, e confronti a volte contrastati con una parte del pubblico, si conclude con una nota amichevole: “Nonostante alcuni suoi errori, devo ammettere che provo simpatia per papa Benedetto XVI”.Manuel Disegni,http://www.moked.it/

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