giovedì 26 novembre 2009





Una stretta di mano e uno scambio di battute in tedesco tra due connazionali, quasi coetanei. L'udienza generale di mercoledì 25 novembre si è conclusa con il saluto di Benedetto XVI a Cäcilie Peiser, ebrea ottantaquattrenne di Francoforte sopravvissuta alla Shoah. La sua vita è raccontata in una biografia che la donna - accompagnata dal salesiano Norbert Hofmann, segretario della Pontificia Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo - ha donato al Papa, con una dedica autografa. "Dopo la "Notte dei cristalli", nel 1938, all'età di tredici anni fui costretta a fuggire con mia sorella minore Jutta e altri bambini in Olanda", ricorda commossa. Solo dopo la liberazione dei Paesi Bassi e la fine della seconda guerra mondiale, mentre si dedicava alla cura degli ex detenuti che nei campi di sterminio nazisti si erano ammalati di tubercolosi, seppe che sua madre e suo fratello minore erano stati deportati e uccisi - il padre era morto prima - in un lager, mentre la sorella maggiore Hannah si era salvata rifugiandosi ad Haifa. "Anch'io nel 1946 mi trasferii in Palestina - aggiunge - dove mi sono battuta per la pacifica coesistenza di uomini di differenti culture e religioni. Nel 1957 sono tornata in Germania per occuparmi di bimbi disabili". Cäcilie è inoltre fondatrice e presidente, ora onoraria, dell'associazione "Child survivors Deutschland", per quei bambini sopravvissuti alla Shoah che - ormai anziani - portano ancora sulla pelle e nella psiche i segni delle traumatiche esperienze di quegli anni............................. http://www.vatican.va/ 26 novembre 2009

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