lunedì 2 novembre 2009

Gerusalemme - Yad Vashem

Il Vaticano e la frattura del 1938

"Le leggi razziali in Italia e il Vaticano" di G. Sale ed. Jacabook, Milano
[…] I fedeli delle parrocchie come gli intellettuali e i sacerdoti esprimono giudizi e pratiche diverse nei confronti di quelli che solo molto tempo dopo saranno chiamati i loro “fratelli maggiori”. I due principali quotidiani cattolici, ad esempio, L'Italia di Milano e L'Avvenire d'Italia di Bologna sono decisamente in polemica dura con le leggi razziali. Del resto l'argomentazione teologica è anche alla base dell'offensiva fascista: ripetute saranno le accuse alla chiesa per non essere coerente con le sue posizioni antigiudaiche, per avere abbandonato troppo disinvoltamente la fortissima tradizione antisemita espressa da tante pagine della «Civiltà cattolica» alla quale Mussolini dirà di essersi ispirato: «C'è molto da imparare dai padri della Compagnia di Gesù. (...) Il fascismo è inferiore, sia nei provvedimenti sia nella loro esecuzione, al rigore della Civiltà cattolica». […][…] L'ultimo lavoro di Padre Sale, che arricchisce l'attuale panorama documentaristico con i materiali provenienti dall'archivio della «Civiltà cattolica», ci fa capire bene la persistente ambiguità degli ambienti curiali, in contrasto all'intransigenza di papa Ratti. Lo storico gesuita conferma, attraverso questa nuova documentazione, le differenze tra le prudenti connivenze e la decisa contrarietà di Pio XI, dell'Azione cattolica e specialmente di Gian Battista Montini. Il confronto con le leggi razziali diventa una cartina di tornasole che getta luce sulla difficile distinzione tra questione biologica e questione morale (quali sono - si chiedono molti cattolici - le differenze tra i concubinaggi con le popolazioni di colore e quelle con gli ebrei). Ne risultano con chiarezza le ripetute ambiguità tra ragioni biologico-razziali e politico-religiose-morali. […]Emma Fattorini, Il Sole 24 Ore, 1 novembre 2009

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