lunedì 2 novembre 2009



L’Armée du Crime di Robert Guédiguian Quando gli ebrei fanno la resistenza

Scena iniziale: un gruppo di condannati è trasportato al luogo dell’esecuzione. La macchina da presa li riprende mentre sono ammanettati sulla camionetta della polizia, poi, allarga sulle strade di Parigi piene di gente che vive come se tutto fosse normale. Due voci fuori campo pronunciano i nomi dei prigionieri e il loro destino: "Missak Manouchian Mort pour la France! Marcel Rayman Mort pour la France! Thomas Elek Mort pour la France! Feri Boczov Mort pour la France! Henri Krasucki Mort pour la France! Olga Bancic Morte pour la France!".Siamo nella Parigi sotto l’occupazione nazista e i condannati a morte sono membri di un gruppo della resistenza comunista (Communist Francs-Tireurs et Partisans de la Main d'Oeuvre Immigrée FTP-MOI) che opera nella capitale. Sono tutti cittadini stranieri, immigrés (polacchi, ungheresi, italiani, rumeni, spagnoli, armeni…), in maggioranza ebrei. Il loro capo è Missak Manouchian, poeta e sopravvissuto del genocidio armeno.Responsabile di quasi tutte le azioni di resistenza armata condotte nella regione parigina dal marzo al novembre del 1943, il gruppo è composto di giovani studenti, ex combattenti della Guerra di Spagna, perseguitati politici e operai; uomini e donne che a causa del loro passato di perseguitati, sfruttati, discriminati, hanno saputo comprendere la gravità del momento storico e riconosciuto la necessità di agire.Significativamente, come contrappunto alle azioni partigiane, il film mostra scene della vita normale che la maggioranza dei francesi ha continuato a condurre sotto l’occupazione. Alcuni soldati tedeschi fanno i turisti vicino a una Tour Eiffel decorata con emblemi nazisti mentre intorno a loro le famiglie e le coppie passeggiano tranquillamente. In un piccolo giardino municipale un quartetto d’archi composto di soldati in divisa esegue un concerto; la bellezza della musica stride con le uniformi pesanti e gli sguardi marziali ma i parigini stanno lì, seduti ad ascoltare.Questo è il secondo film a tema storico che il regista Robert Guédiguian, francese d’origine armena, ha firmato. Noto in Italia soprattutto per i suoi film sociali ambientati nei quartieri operai di Marsiglia (Marius et Jeanette, La ville est tranquille, Marie-Jo e i suoi due amori ), ha diretto anche Le passeggiate al Campo di Marte dove racconta gli ultimi giorni nella vita di François Mitterand e i suoi oscuri rapporti con il regime di Vichy. Ne L’Armée du Crime, gli stranieri, gli immigrati sono gli unici a sacrificarsi per il bene della Francia. In pochi anni si sono scoperti patrioti imparando ad amare la Francia dei diritti umani e delle libertà. Quando realizzano che quella Francia non esiste più, decidono di impegnarsi e combattere. Guédiguian omette, volutamente, la presenza di tre partigiani francesi che erano nel gruppo per sottolineare il contributo eccezionale dei partigiani stranieri alla resistenza.Il film diventa così necessariamente una riflessione sulla nostra società contemporanea, la questione dell’immigrazione e il ruolo delle minoranze.La gran parte dei resistenti è composta di ebrei che, in fuga dai ghetti dell’Europa orientale, hanno trovato, in Francia, l’uguaglianza. Una condizione che s’infrange con l’arrivo dei soldati tedeschi e si perde per sempre con i rastrellamenti della polizia parigina, la raccolta di 13 mila ebrei al Velo d’Hiver, il campo di Darcy e il viaggio finale ad Auschwitz-Birkenau.Catturati, i partigiani sono brutalmente torturati e processati in pubblico. Additati come terroristi, criminali, comunisti, cospiratori da cui il popolo francese deve difendersi le loro fotografie sono successivamente pubblicate su un manifesto distribuito in tutto il Paese per creare un clima di paura verso i combattenti della resistenza e gli stranieri.Sul manifesto leggiamo le seguenti parole:"Se dei francesi saccheggiano, rubano, sabotano e uccidono…Sono sempre degli stranieri che li comandano. Sono sempre dei disoccupati e dei criminali professionisti a eseguire. Sono sempre degli ebrei a ispirarli. È la banda del crimine contro la Francia. Il banditismo non è espressione di Patriottismo ferito bensì un complotto straniero contro la vita dei francesi e contro la sovranità della Francia".Sarà ricordato per sempre come L’Affiche Rouge, immortalato in un poema di Louis Aragon:Voi avevate i vostri ritratti sui muri delle nostre città scuri come le barbe e la notte, irsuti, minacciosi. Il manifesto sembrava una macchia di sangue. Con i vostri nomi difficili da pronunciare si cercava di spaventare i passanti.Rocco Giansante http://www.moked.it/

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