venerdì 6 novembre 2009

Mentre si festeggiano i vent'anni dalla firma dell'Intesa fra lo Stato e gli ebrei italiani, sono passati alquanto in sordina due importanti cambiamenti al vertice delle massime organizzazioni ebraiche mondiali. Uno è l'avvenuta separazione fra l'Organizzazione Sionista Mondiale e l'Agenzia Ebraica che finora costituivano un unico complesso - la prima, espressione dell'idea che esiste un popolo ebraico globale unito attorno alla rinascita dello Stato di Israele, la seconda, dedicata a realizzare concretamente la costruzione di Israele con la piena partecipazione degli ebrei di tutto il mondo - L'altra riforma, che scatterà nei prossimi giorni a Washington in occasione dell'Assemblea Generale annuale delle comunità ebraiche americane, consiste nel "ribattezzare" la United Jewish Communities – appunto il massimo organismo comunitario USA che era nato dalla fusione fra il Council of Jewish Federations (attività comunitarie locali) e la United Jewish Appeal (raccolta di fondi per Israele) - nel nuovo (ma in realtà vecchio) logo Jewish Federations of North America. In entrambi i casi si direbbe che l'elemento ideologico e l'elemento pratico vogliano incamminarsi per strade separate, e che i rappresentanti dell'ebraismo comunitario mondiale vogliano in qualche modo prendere le distanze da Israele. La risposta alla domanda se sia la realtà che crea le istituzioni, o siano le istituzioni che creano la realtà, preferiamo lasciarla a chi scriverà la storia degli ebrei nel 21° secolo.
Sergio Della Pergola,Università Ebraica di Gerusalemme http://www.moked.it/

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