venerdì 4 dicembre 2009


L'Osservatore Romano: “Con Pagine Ebraiche confronto anche duro, ma sempre nuovo e stimolante”

Pagine Ebraiche, il giornale dell'ebraismo italiano edito dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, continua a suscitare interesse e a raccogliere autorevoli riconoscimenti. Quando ieri in serata le rotative vaticane hanno cominciato a mettere in circolazione le prime copie del numero che porta la data odierna dell'influente quotidiano cattolico Osservatore romano, le agenzie di stampa hanno immediatamente segnalato che il giornale apriva il confronto sulla delicata questione della conversione della filosofa ebrea Edith Stein riportando per intero un commento tratto dall'ultimo numero, quello attualmente in circolazione, della nuova testata della minoranza ebraica in Italia. La scelta del direttore dell'Osservatore, professor Giovanni Maria Vian, di riprendere Pagine Ebraiche per esprimere una posizione cattolica su una vicenda tanto delicata ha immediatamente fatto notizia e nell'arco di pochi minuti è stata ripresa da tutte le agenzie di stampa italiane (Ansa, Agi, Apcom e AdnKronos) con numerosi lanci immessi in rete. Mentre il coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell'Unione della Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale riuniva la redazione del Portale dell'ebraismo italiano per valutare la situazione, lo stesso professor Vian interveniva poi con una nuova dichiarazione ripresa dalle agenzie di stampa. Tra l'Osservatore Romano e il mensile Pagine Ebraiche, afferma il direttore del giornale vaticano, “non c'è nessuna polemica”, ma anzi “un confronto positivo”. “Il dibattito aperto - ha precisato Vian - non va assolutamente visto in chiave polemica, ma rappresenta, invece, un segnale di novità, un confronto, anche duro, ma sempre positivo, un segno ulteriore di collaborazione tra le due testate”. Vian, riporta l'agenzia Ansa, ha fra l'altro definito Pagine Ebraiche “un bellissimo giornale” e anche Lucetta Scaraffia, autrice del testo pubblicato da Pagine Ebraiche e ripreso integralmente dal quotidiano cattolico “ne aveva tessuto le lodi lamentando una caduta sul tema specifico”.Il dibattito suscitato nei primi due numeri di Pagine Ebraiche sulla figura di Edith Stein (ribattezzata Santa Teresa Benedetta della Croce), pensatrice ebrea convertitasi al cattolicesimo e divenuta suora carmelitana prima della deportazione e della morte ad Auschwitz era stato aperto dalla filosofa Donatella Di Cesare, una delle voci del Portale dell'ebraismo italiano, che aveva offerto spunti di riflessione e di conoscenza sul controverso caso. La questione aveva destato turbamenti e inquietudine in ambienti cattolici, e Lucetta Scaraffia, docente di Storia Contemporanea nel medesimo ateneo della Di Cesare e articolista, tra gli altri, del Corriere della Sera e dell'Osservatore Romano aveva chiesto di intervenire sul nuovo giornale ebraico. “Il fiume straripante di pubblicazioni riguardanti Edith Stein - aveva denunciato Donatella Di Cesare nel suo editoriale - sembra non avere altro scopo che cancellare il cancellabile, gli ultimi resti ebraici di Edith Stein, per imporre, con ripetizione ossessiva, la figura di suor Teresa Benedetta della Croce, monaca carmelitana, martire, già beata e santa, ci dicono, nonché patrona d’Europa”. La filosofa romana ha parlato di una donna che “alla disperata ricerca di un'assimilazione negata, si era messa a scrivere di mistica, diventando cattolica, tomista e perfino carmelitana” e si chiede “a che titolo la glorificano quelli che allora hanno sbagliato”, ovvero la Chiesa, “questa potente istituzione che non ebbe il coraggio di chiamare gli sterminatori con il loro nome davanti al mondo”. Parole molto dure e dirette che non potevano lasciare indifferente l'interlocutore cattolico. Nella sua replica, pubblicata sull’ultimo numero di Pagine Ebraiche, la Scaraffia rivendica per Edith Stein “il diritto di scegliere la sua vita e la sua religione. Di Cesare attribuisce alla Chiesa cattolica colpe e poteri che storicamente non hanno fondamento”. Secondo la storica torinese, infatti, uno dei motivi che portò alla deportazione della suora carmelitana ad Auschwitz, sarebbe stata “la severa presa di posizione pubblica del clero cattolico olandese contro la persecuzione nazista degli ebrei”. Dunque, “Edith Stein può essere considerata al tempo stesso martire ebrea e cristiana, come del resto lei ha sempre voluto essere, fedele al suo popolo anche nella conversione e nella vita religiosa”.Il dibattito resta aperto non solo fra gli storici del pensiero. Il confronto fra mondo ebraico e mondo cattolico assumerà nuovi spunti e nuovi punti di riferimento anche alla luce dell'attesa visita di gennaio di Benedetto XVI alla sinagoga di Roma.Nel corso della riunione di redazione di ieri sera Guido Vitale ha annunciato nuovi interventi dedicati a questo delicato argomento sul prossimo numero di Pagine Ebraiche e ha ricordato quanto sia importante per la minoranza ebraica in Italia avere una voce aperta, incisiva e capace di riportare sul vivo posizioni articolate e diversificate. Il dialogo fra le identità e le religioni non può passare solo attraverso atti formali, ma deve trovare luogo anche attraverso atti concreti che senza mai prevaricare le reciproche differenze costruiscano un nuovo clima caratterizzato dalla volontà di una reale comprensione e di rispetto reciproco fra le diverse identità in gioco.Adam Smulevich, http://www.moked.it/

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