martedì 1 dicembre 2009
Chàvez e l'elogio di Carlos che imbarazza Abu Mazen
Povero Abu Mazen. Non gli bastano l'estremismo di Hamas,la rigidità del governo israeliano sul congelamento delle colonie, la paralisi totale del processo di pace, l'impressione di essere stato lasciato solo, la stanchezza e la salute malferma. Ora, a metterlo in difficoltà, ha provveduto quel campione della sinistra radicale sudamericana che è il presidente venezuelano Ugo Chàvez. il quale sembra proporsi come il Gheddafi di vent'anni fa: violento e provocatore. Ricevendo il presidente palestinese a Caracas, Chàvez si è lanciato in un elogio del superterrorista Carlos Ilich Ramirez, che sconta l'ergastolo in Francia. Visto che le sanguinarie imprese di Carlos furono in gran parte legate alla sua militanza nelle organizzazioni dell'estremismo palestinese durante gli anni Settanta, segnati da una terribile campagna di attentati terroristici (tra cui la strage alle Olimpiadi di Monaco), Chàvez ha pensato bene di accogliere l'ospite inneggiando al «soldato rivoluzionario Carlos, che ci ha rappresentati tutti nella lotta per la liberazione del popolo palestinese». Che Chàvez volesse essere amichevole con Abu Mazen è assai improbabile. Non può certo ignorare che il presidente dell'Anp è un moderato, privo di qualsiasi pedigree militare e refrattario alla suggestione delle armii, a differenza del suo predecessore Yasser Arafat. Quindi, l'elogio a Carlos, ribadito dopo le dichiarazioni sull'ingiusta condanna» subita in Francia del terrorista, che avevano fatto infuriare il governo di Parigi, ha un preciso obiettivo: dar seguito al «caldo» incontro con il leader iraniano Ahmadinejad, e indirettamente sostenere Hamas, che è avversario di Abu Mazen ed è protetto da Teheran. Come benvenuto a un ospite presentato come amico fraterno, non c'è davvero male. A. Ferrari, Corriere della Sera, 29 novembre 2009
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