mercoledì 13 gennaio 2010



Olanda: è morta Miep Gies, scoprì il Diario di Anna Frank

Roma, 12 gen - Aveva 100 anni, ha trascorso i suoi ultimi momenti in una casa di riposo in Olanda. Fu lei, Miep Gies, a scoprire i diari di Anna Frank, la bambina simbolo della Shoah. La signora Gies è morta qualche settimana fa a seguito di una caduta accidentale. Era l'ultima superstite del gruppo che tra il luglio 1942 e l'agosto 1944, aiutò a nascondere Anna Frank, i genitori, la sorella e altre quattro persone nella famosa casa sul Prinsengracht, a Amsterdam, poi diventata un museo. Nel febbraio 2009, quando aveva festeggiato il suo centesimo compleanno, lucida e modesta come sempre aveva ripetuto di non sentirsi affatto un'eroina ed aveva detto anzi che altri avevano fatto molto più di lei per cercare di proteggere gli ebrei dalle persecuzioni naziste. Con il marito e alcuni colleghi, dopo l'invasione nazista dell'Olanda aiutò a nascondere Edith e Otto Frank, le loro figlie Margot e Anne e altri ebrei che temevano di essere deportati nell'Achterhuis, un appartamentino segreto posto sopra gli uffici dell'Opekta, nella parte ovest di Amsterdam. Il nascondiglio venne scoperto la mattina del 4 agosto 1944 in seguito alla soffiata di un anonimo informatore della Gestapo. Gli occupanti furono tutti arrestati. Miep Gies fu lasciata andare perché l'ufficiale addetto alla perquisizione era austriaco come lei. Nell'appartamento rimasto vuoto Miep Gies trovò poi il diario di Anna e lo nascose in uno scrittoio pensando che la ragazzina sarebbe ritornata. Al termine della guerra, quando venne a sapere che era morta di tifo nel campo di Bergen-Belsen, consegnò l'insieme di fogli e taccuini all'unico superstite della famiglia, il padre di Anna, che li organizzò in un diario e li pubblicò nel 1947. Assieme al marito Jan, Miep diventò una sorta di ambasciatrice alla memoria di Anna e del suo diario, una delle testimonianze più toccanti degli orrori della Shoah. Si adoperò molto anche contro i cosiddetti negazionisti e contro quanti sostenevano che quello scritto era un falso.

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