sabato 6 febbraio 2010


Coppa Carnevale, Maccabi Haifa soffre ma sorride

Competizione calcistica dal respiro internazionale, è iniziata nelle scorse ore la sessantaduesima edizione della Coppa Carnevale. Tantissimi i campioncini in erba saliti alla ribalta nelle passate edizioni del torneo, da sempre punto di riferimento per il pacifico esercito di procuratori e talent scout che ogni anno invade Viareggio e dintorni armato di block notes e personal computer. Su tutti vale l’esempio di Gabriel Omar Batistuta, giovane attaccante dello Sportivo Italiano nell’edizione del 1989. Sconosciuto ai più, quel giocatore magrolino e apparentemente timido sarebbe diventato nel giro di poco tempo il centravanti ed il leader della nazionale argentina.Quest’anno ci sono quarantotto squadre ai blocchi di partenza, in rappresentanza di diciotto paesi e cinque continenti. A difendere i colori di Israele, i ragazzi del Maccabi Haifa, che quattro anni fa riuscirono ad arrivare alle semifinali. Nel gruppo 3, abbastanza tosto, devono vedersela con Torino, Bologna e LIAC of New York. Complice una riforma del regolamento che rende praticamente obbligatorio arrivare primi nel proprio girone se si vuole accedere agli ottavi, non sono permessi passi falsi. Sfortunatamente, il debutto dell’undici allenato da mister Ithy è stato tutt’altro che positivo. La sconfitta di ieri pomeriggio contro il Torino, un 3 a 1 abbastanza difficile da digerire, complica e non poco i loro sogni di gloria (“l’obiettivo è passare il turno” mi aveva confidato uno dei manager nel prepartita). Il match, disputato nel piccolo ma ruspante impianto di Suvereto, cuore della Maremma da cartolina, avrebbe con ogni probabilità preso un’altra piega se a dirigere l’incontro ci fosse stato un altro arbitro, meno insicuro e meno di parte. Il direttore di gara, tale Martire di Grosseto, ha fischiato praticamente a senso unico, penalizzando oltremodo l’undici israeliano. È sembrato ad esempio incomprensibile il rigore dato ai granata (e poi trasformato) in avvio di partita. Una decisione che ha fatto infuriare la panchina del Maccabi e che ha provocato l’espulsione per proteste di un dirigente, entrato in campo per esprimere con veemenza il suo disappunto. Tornando al calcio giocato, comunque, il club di Haifa non si è fatto prendere dallo scoramento e ha immediatamente provato a replicare alla rete di Comi, esibendo una smagliante condizione atletica e ad un ottimo gioco sulle fasce, che ha creato non pochi grattacapi alla retroguardia avversaria. Poco dopo la mezzora, però, arrivava l’espulsione per somma di ammonizioni del capitano Ben: ingiusto il primo cartellino, meritato il secondo. Una bella mazzata, ma anche in dieci contro undici il Maccabi continuava a fare la partita, guadagnandosi gli applausi del pubblico (circa duecento persone tra cui alcuni supporter giunti appositamente dal Piemonte e l’ex allenatore della Fiorentina Aldo Agroppi). Ma la seconda doccia fredda non si faceva attendere più di tanto. Sbandata difensiva in avvio di ripresa e Benedetti ne approfittava per metterla dentro di testa. Cresceva il nervosismo in campo, brutti falli da ambo le parti interrompevano più volte il gioco. Nonostante l’arbitraggio ostile, il Maccabi non demordeva. Al termine di una bella azione in verticale, Aburokem superava il portiere con un rasoterra imparabile. Si riapriva la gara, anche se solo per pochi istanti, perché un’altra amnesia della retroguardia permetteva al Torino di marcare il terzo goal, ancora con Comi. Gli israeliani perdevano la bussola e mister Ithy si faceva espellere. Era poi Sallalich, con un fallaccio da dietro, a lasciare la sua squadra in nove. Doppia inferiorità numerica, e a quel punto non c’era più niente da fare. Senza ulteriori emozioni degne di nota, si arrivava così al novantesimo minuto. Adesso, per sperare di passare il turno, il Maccabi dovrà vincere le altre due partite del girone. Potrebbe tuttavia non bastare, perché dall’edizione 2010 solamente le quattro migliori seconde (i gironi sono 12) vanno agli ottavi. Ci sarà dunque da confidare in un po’ di buona sorte, e non solo in un arbitro finalmente adeguato.Furiosi per un match che rischia di compromettere il loro cammino nella competizione, dirigenti e giocatori hanno ritrovato il sorriso in serata. Ospiti della Comunità ebraica di Livorno per una cena a base di specialità mediorientali preparate da Doctor Kebab, mitico fast food kasher labronico, l’amarezza delle ore precedenti è stata momentaneamente lasciata da parte grazie ad un apprezzato mix di humus e humour (nell’immagine in alto il Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Gadi Polacco assieme agli atleti). Adam Smulevich, http://moked.it/

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