mercoledì 10 febbraio 2010


Dorit Beinish


Notizieflash

Voto israeliani all'estero, scontro Netanyahu-Livni Tel Aviv, 9 feb -Netanyahu propone di estendere il diritto di voto alla Knesset agli israeliani che risiedono all'estero. Non si sono fatte attendere le critiche della leader dell'opposizione Tizipi Livni (Kadima), del leader laburista Ehud Barak e degli ortossi di Shas. "La Knesset - ha notato la Livni - è talvolta chiamata ad esprimersi su questioni 'di vita o di morte' per gli israeliani. Non è giusto che tali decisioni siano influenzate da chi vive all'estero e che dunque in ogni caso non pagherebbe il prezzo delle loro conseguenze". Ma secondo i politologi il voto degli israeliani all'estero non rivoluzionerebbe la composizione della Knesset, ne cambiarebbe solo la fisionomia. Israel Beitenu spera di ottenere voti aggiuntivi da ebrei immigrati in Israele dalla Russia negli anni Novanta, e poi rientrati nel Paese natio. Presumibilmente calerebbe invece il peso dei partiti arabi e quello del partito ortodosso sefardita Shas, che come Kadima si oppone a qualsiasi cambiamento della legge.Israele invoca sanzioni severe contro l’Iran Tel Aviv, 9 feb -"Non c'é più tempo, la comunità internazionale deve prendere una decisione vera su sanzioni concrete che siano dolorose per l’Iran”, questo il messaggio lanciato stamane dal vicepremier israeliano Silvan Shalom (likud) alla radio militare. "Ogni ulteriore tentennamento - ha avvertito - consentirà agli iraniani di dotarsi della capacità di sviluppare armi nucleari". Da parte sua il ministro dell'energia, Benyamin Ben Eliezer (laburista), ha accusato gli Stati Uniti e diversi Paesi occidentali che “non sembrano ancora cogliere appieno i rischi insiti per il Medio Oriente da un Iran che presto sarà dotato di armi nucleari”. “Diversi Paesi occidentali - ha aggiunto Eliezer - di giorno denunciano la politica dell'Iran, mentre di notte fanno affari e il presidente dell'Iran, Mahmud Ahmadinejad, è molto abile a sfruttare questo dualismo". Piombo fuso, sì della Corte suprema a inchiesta su Israele Gerusalemme, 8 feb -Parere favorevole è stato espresso dalla presidentessa della Corte suprema israeliana, Dorit Beinish, in merito all'istituzione in Israele di una commissione di inchiesta sull'operazione Piombo fuso. "Credo che Israele non abbia nulla da temere da una commissione di verifica. Israele è abbastanza forte per non aver paura di una tale verifica", ha affermato Beinish. "Credo che così si vedrà che molte cose sono state esagerate, ma, per esserne certi, occorre verificare", ha aggiunto la giudice. http://www.moked.it/

Nessun commento: