sabato 27 marzo 2010


Watermarks, la rivincita delle nuotatrici dell'Hakoah Vienna

Watermarks (Hakoah Lishot), 'la forza di nuotare' di Yaron Zilberman, regista approdato al cinema dal mondo del High Tech, è un interessante documentario di 90 minuti inserito, fra le pellicole selezionate per il Kolno'a Film Festival, la cui edizione veneziana si è appena conclusa. Il documentario racconta la storia delle campionesse di nuoto appartenenti al leggendario club sportivo ebraico, Hakoah Vienna. Il club Hakoah, venne fondato nel 1909 in risposta al famoso paragrafo ariano, che proibiva ai club sportivi austriaci di accettare atleti ebrei. Fino a quel momento, lo sport non aveva mai avuto un ruolo centrale nella comunità ebraica austriaca, che aveva invece prodotto una generazione di intellettuali e artisti riconosciuti a livello mondiale, come Freud e Mahler.Negli anni venti il club vinse il campionato austriaco di calcio e fu anche la prima squadra europea capace di battere una formazione inglese sul proprio terreno. In breve tempo grazie ai suoi 3 mila membri attivi, divenne uno dei più grandi club d’atletica in Europa. Ma fu soprattutto nei primi anni trenta che l’Hakoah raggiunse una fama internazionale grazie a una generazione di nuotatrici capaci di battere ogni record a livello nazionale. Nel 1936, in occasione delle Olimpiadi di Berlino, tre di loro furono chiamate a rappresentare l’Austria, fra queste Judith Haspel insignita quell’anno con la medaglia d’onore come una delle tre migliori atlete austriache. Judith insieme alle due compagnie decise di non competere: “Mi rifiuto – disse – di partecipare ad una competizione in un paese che perseguita in modo così vergognoso la mia gente”. Un gesto di dissenso che le costò tutto. Il suo rifiuto spinse infatti la federazione a squalificarla da ogni futura competizione e a cancellare tutti i suoi record.Dopo l’Anschluss, l'annessione dell'Austria alla Germania nazista nel 1938, i nazisti fecero chiudere il club sportivo. Con l’aiuto di alcuni amministratori di Hakoah, le nuotatrici riuscirono però fortunosamente a fuggire dalla città verso paesi più ospitali come Israele, Inghilterra, Stati Uniti e Russia. Il regista Yaron Zilberman, dopo 65 anni volle incontrare i membri ancora in vita della squadra di nuoto femminile, ormai sparsi in giro per il mondo: Trude Platcek Hirschler, Elisheva Schmidt Susz, rinomata psicoterapista infantile di Tel Aviv, Hanni Deutsch Lux, Judith Haspel, Greta Stanton, professoressa di sociologia del New Jersey, Ann-Marie Pisker di Londra, Anni Lampl da Los Angeles e Nanne Selinger da New York, che fu l’unica delle nuotatrici a tornare a Vienna per poi andarsene nuovamente quando Kurt Waldheim, venne eletto presidente.Zilberman propose alle nuotatrici, ormai ottantenni, di incontrarsi tutte a Vienna nella loro vecchia piscina d’allenamento. Un viaggio nelle memorie della gioventù, un itinerario emozionale per rinsaldare un legame senza tempo. Commovente il momento che vede il team finalmente riunito indossare nuovamente i costumi da bagno dell’Hakoah Vienna per un’ultima sessione di nuoto proprio nella città che le aveva umiliate e costrette a scappare. Watermarks è un documentario sulla passione di sette eccezionali atlete; sette donne che ancora oggi, a dispetto dell’età, riescono a nuotare con la stessa eleganza di un tempo.Michael Calimani

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