domenica 4 aprile 2010


Caro Direttore,memore della Tua ospitalità e senza volerne abusare, permettimi di segnalare ai Tuoi molti lettori un episodio che forse aiuta a comprendere meglio quanta strada dobbiamo ancora fare sulla via della reciproca comprensione e della tolleranza. L’ appuntamento, quasi coincidente , della Pesach e della Pasqua forse potrebbe aiutare. Grazie fin d’ ora ed auguri. Con stima Renzo Fracalossi

Forse a qualcuno è sfuggito un recente piccolo accadimento, occorso in quel di Goito. Un tempo il borgo, in provincia di Mantova, aveva una certa notorietà per i suoi riferimenti risorgimentali. Oggi ben altri “ fasti “ lo chiamano all’ attenzione dell’ opinione pubblica. Il Consiglio comunale di quella cittadina ha infatti approvato recentemente un regolamento per il locale asilo nido; regolamento che consente l’ iscrizione allo stesso a bambini provenienti da nuclei familiari di chiara ispirazione cristiana. Ad un primo sguardo, per taluni, la questione può sembrare irrilevante. In realtà essa nasconde, a mio sommesso avviso, una pericolosa cultura della discriminazione che, non solo cozza con la Costituzione italiana e con il buon senso, ma che addirittura coltiva un’ idea della “ diversità “ fondata sul presupposto religioso. Il passo dell’ intollera nza è così già compiuto. D’ altronde, “ nihil novo sub solem “. La storia ci insegna che l’ orrore è sempre iniziato così. Tutto principia con piccoli avvenimenti, con pregiudizi, con dicerie, per poi ingigantirsi in un odio senza confini. Il 27 gennaio in tutta Italia si celebra, con compunta partecipazione e mestizia, il “ Giorno della Memoria “. Istituzioni e politica alzano alti proclami affinchè quel trionfo di intolleranza, di paura, di discriminazione e di terrore che fu la Shoah non abbia a ripetersi più. Solo pochi mesi dopo, che per la Storia sono attimi, il Comune di Goito, che immagino abbia anch’ esso proclamato tutta la sua indignazione per la Shoah, giustifica la propria scelta sostenendo che la stessa non è discriminatoria, perché in quell’ asilo non ci sono bambini stranieri ( vedi “ Gazzetta di Mantova “ del 24 febbraio scorso ). Ma cosa vuo l dire ? Forse a Goito si ritiene che tutti gli italiani siano automaticamente cattolici e tutti gli stranieri no ? Di questo passo allora tutti gli italiani sono “ brava gente “ e gli “ altri “ delinquenti ? L’ equivoco sotteso a questo modo di ragionare è preoccupante, perché si fonda su principi manichei; sulla convinzione di essere sempre e comunque nel giusto; sull’ assenza salvifica del dubbio ed, in definitiva, su di una sorta di “ difesa della razza “ che ricorda tempi e culture che hanno lordato di sangue la Storia. Eppure è un equivoco che trova sempre più spazio, sempre più ascolto, sempre più compiacenze. A Goito – e purtroppo non solo lì, ma anche ovunque si vagheggia l’ idea della diversità fondata sulla fede o sull’ etnia – ci si dimentica, ad esempio, che molti cittadini italiani professano altre religioni. Certe si tratta di minoranze, ma, almeno nel caso dell’ Ebraismo, sono minoranze presenti in questa terra, ancor prima dell’ avvento del Cristianesimo. Ed allora, a puro titolo di esempio, nel caso in cui un bimbo ebreo volesse frequentare quell’ asilo nido di Goito, come dovremmo dare applicazione a quel regolamento comunale ?Fra pochi giorni è Pasqua, festa della Resurrezione per i cristiani e quindi della speranza universale nella vita eterna. Essa coincide con la Pesach ebraica, festa della Liberazione dalla schiavitù e quindi della speranza di un futuro sereno e tollerante. Sulla terra come nel Regno dei Cieli. Nel festeggiare quest’ appuntamento con il nostro rispettivo credere, forse qualche riflessione, capace di andare al di là dell’ ovvio e del convenzionale, potrebbe pur trovare albergo nei nostri cuori, per incontrare, anziché discriminare, l’ Altro; per poter chiedere di Lui; per sperare finalmente che Goito rimanga solo un ricordo lontano di episodi risorgimentali e non l’ inizio di una strada che altrove ha portato, dapprima alla Kristallnacht e poi all’ indicibile di Auschwitz e qui, nella terra degli “ italiani brava gente “, a Fossoli ed alla Risiera di San Sabba. Sono poi pass ati solo sessantacinque anni da allora. Appunto un attimo della Storia. lettera scritta al Corriere del Trentino

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