giovedì 8 aprile 2010


Danny Ayalon

La denuncia dei quotidiani tedeschi sulle indennità ai superstiti della Shoah

Berlino, 7 apr - La necessità di mettere a disposizione un indennizzo per gli ebrei perseguitati durante la Seconda guerra mondiale era stato già approvato da tempo dal governo tedesco, ma solo oggi sarà riconosciuta alle vittime una pensione per le sofferenze patite che, già magra, risulterà ancora più bassa rispetto a quanto previsto e promesso inizialmente. A denunciare il fatto è stato il sito del quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung. Una legge del 2002, mossa dal governo tedesco con l'intenzione di compiere un tardivo gesto di riconciliazione, si è rivelata così poco pratica che ha portato al respingimento di oltre il 90 per cento delle domande, un blocco poi revocato solo grazie a una sentenza del Tribunale federale per le questioni sociali ma che ha provocato un ritardo che anno dopo anno sta rendendo più esiguo il numero dei potenziali beneficiari ancora in vita. Ora l'Inps tedesco si è dichiarato pronto a versare le pensioni, ma con arretrati solo a partire dal 2005 sebbene la legge avesse indicato come anno di riferimento il 1997. La differenza è notevole: trattandosi di versamenti mensili tra i 150 ed i 300 euro.

Netanyahu: “No, a piano di pace imposto dall'esterno”
Gerusalemme, 8 apr - Israele rifiuterà piani di pace imposti dall'esterno. Questo ha affermato il premier Benyamin Netanyahu, secondo il quotidiano israeliano Haaretz, durante i colloqui a porte chiuse con i suoi collaboratori. Le affermazioni del premier sono state fatte in relazione a notizie apparse su alcuni organi di stampa negli Stati Uniti stando ai quali il presidente Barak Obama, disperando nella possibilità che israeliani e palestinesi riescano a giungere a un accordo sul contenzioso da soli, sarebbe ora incline ad adottare un piano di pace da imporre alle due parti. "Non ci sono piani di pace preconfezionati da ritirare da uno scaffale e un accordo dovrà basarsi su un negoziato diretto tra le parti in conflitto", ha affermato, dal canto suo, il vice ministro degli Esteri Danny Ayalon, in linea con l'opinione espressa dal premier.




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