giovedì 8 aprile 2010



Tel Aviv artisti di strada
Rassegna stampa (cliccare sui titoli per aprire l'intero articolo)

Due argomenti che ci riguardano trovano largo spazio su tutta la stampa. Il primo è il problema della pedofilia nella Chiesa. In realtà si tratta di un tema in cui l’ebraismo non vuole e non deve entrare, come afferma giustamente la prima affermazione (spesso saltata) di un comunicato del presidente dell’Ucei Renzo Gattegna, che è riportato su tutti i giornali, spesso però in maniera incompleta, senza dar conto del suo equilibrio. Per questo è bene leggere l’intervista di Gattegna a Repubblica, che riporta tutto il discorso. In sostanza il ragionamento è questo: l’ebraismo ritiene che ogni religione dovrebbe affrontare i suoi problemi interni senza interferenze altrui e quindi il problema se ci sia stato o meno un comportamento improprio del Vaticano sui casi di pedofilia, riguarda in primo luogo il mondo cattolico. Ma l’ebraismo è stato tirato in ballo almeno due volte, prima col paragone improprio del frate Cantalamessa fra polemiche sulla pedofilia e antisemitismo e poi con l’accostamento del cardinal Sodano fra queste polemiche e quelle - che riguardano sì l’ebraismo - su Pio XII. Questa è la posizione ufficiale, ben meditata e non frettoloso, dell’ebraismo italiano, che naturalmente non impedisce a singoli ebrei di dire la loro com’è accaduto. I giornali però sono per lo più saltati a cogliere in questa dichiarazione una polemica che non c’è. Così D-News, Carlino-Giorno-Nazione, Gazzetta del Mezzogiorno, Secolo XIX. Repubblica parla del’”ira degli ebrei”. In America, addirittura, come testimonia il Mattino, i blog cattolici si mettono a caccia di “rabbini stupratori” per pareggiare il conto. Questa vicenda, che ha evidentemente un impatto terribile sulla Chiesa e la mette sulla difensiva, contiene per noi una strana lezione, l’impossibilità di star fuori da vicende che non ci riguardano e in cui non vogliamo entrare. L’altra storia che ci riguarda è di nuovo un’aggressione dall’esterno. Il primo ministro turco Erdogan (quello che per replicare alle dichiarazioni del parlamento svedese e del congresso americano sul genocidio armeno ha minacciato di deportare altri centomila armeni, cioè in sostanza di proseguire i metodi che portarono al genocidio) ha dichiarato in un incontro a Parigi col presidente francese Sarkozy che Ahmadinedjad è innocuo, che l’Iran ha diritto al suo nucleare e che il maggior pericolo per la pace in Medio Oriente proviene da Israele (Marta Ottaviani sulla Stampa, Alberto Negri sul Sole e molti altri giornali). Si tratta della rottura ormai definitiva di un’alleanza militare che aveva retto il Medio Oriente per decenni, e di un allineamento della Turchia con l’asse islamista fra Iran, Siria, gruppi terroristi libanesi e palestinesi. Nella stessa giornata, l’Iran reagisce alla nuova “mano tesa” dell’America (la nuova politica atomica con la riduzione delle testate) con un nuovo ceffone: “Vi spezzeremo i denti”, ha detto Ahamadinedjad (fra gli altri Roberto Fabbri sul Giornale e Pompetti sul Messaggero). Molte nubi si addensano all’orizzonte del Medio Oriente. Per passare a temi culturali, vale la pena di registrare che molti giornali (fra l’altro Il Mattino, Il Manifesto e Il Messaggero) segnalano positivamente “Simon Konianski”, una commedia cinematografica sulla Shoà del giovane belga Micha Wald. Ugo Volli, http://www.moked.it/

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