lunedì 24 maggio 2010
Cipro: nell’isola-rifugio degli ebrei d’Europa
Una presenza millenaria e prospera.Una presenza millenaria e prospera. Dai tempi delle guerre greco-romane fino a Theodor Herzl Un’isola felice, nel vero senso della parola, piazzata nel mezzo del Mediterraneo: è Cipro, una terra che vanta una storia molto antica, a partire dal mito greco della Venere Anadiomene e ciprigna che, in tutto il suo nudo splendore, sorse proprio da queste acque. Dagli abitanti della Caria fino ai Fenici, dai Greci all’Impero romano, fino all’Impero Ottomano e poi al Protettorato Britannico: numerose sono le popolazioni che hanno lasciato qui traccia di sé, e che ancora oggi sono visibili andando a zonzo in giro per l’isola. Ma, nonostante la presenza ebraica risalga ai tempi del dominio greco, ciò che stupisce è che dell’ebraismo cipriota di quell’epoca rimanga poco o nulla. Anzi, la vera sorpresa è che ciò che di ebraico esiste oggi nell’isola risale al 2005. Il cuore della Cipro ebraica oggi è il Chabad Cyprus Jewish Community Center della città costiera di Larnaca; dagli inizi del 2000 è impegnato nella rinascita della comunità ebraica, che conta attualmente 350 famiglie, la maggior parte arrivate qui in anni recenti per motivi di business e lavoro da Israele, Gran Bretagna e Russia. Situato in Diogenous Street, nella città costiera, il Centro raggruppa i luoghi di culto e di educazione ebraici, nonché i servizi sociali e culturali necessari. Il “padrone di casa” del centro è Rabbi Arie Zeev Raskin, un giovane rabbino mandato qui da Israele nel 2003 proprio con l’obiettivo di aiutare a stimolare una “rinascita ebraica”. Una delle priorità è la creazione di un luogo fisico dove gli ebrei ciprioti possano incontrarsi per pregare, mangiare cibo kasher, socializzare e creare così una forte comunità. Questo traguardo viene raggiunto nel 2005, quando Raskin viene nominato ufficialmente rabbino capo della comunità cipriota e viene inaugurata a Larnaca la prima e unica sinagoga con il suo mikvè, in Diogenous Street, sede della Cyprus Jewish Community Center Chabad. Ogni settimana qui si celebra la kabbalat Shabbat, il venerdì sera, e vengono anche serviti su richiesta i pasti di Shabbat. Ma nel centro ha sede anche il Mikvè Mei Menachem, a cui si accede attraverso un ingresso privato e separato dal resto dell’edificio: dotato di tutti i servizi necessari per il bagno rituale, esclusivamente per le donne è aperto su richiesta ogni sera.Il Cyprus Jewish Community Centre si occupa anche dell’educazione ebraica nell’isola: fa infatti capo al centro la Cyprus International Jewish School, l’unica scuola ebraica esistente sull’isola, che adotta i sistemi didattici più all’avanguardia, con una particolare attenzione allo sviluppo artistico, fisico e, ovviamente, all’identità e alla cultura ebraica. Non manca nel centro una scuola di ebraico, per i bambini dai 3 ai 14 anni. Qui si insegnano l’ebraico, le feste e le tradizioni; vengono inoltre tenuti dei corsi di preparazione per Bat e Bar Mitzvah. Una curiosità divertente: per insegnare la lingua viene utilizzato l’“Aleph Champ”, un metodo di apprendimento mutuato dal karate, che utilizza la combinazione di livelli e colori tipica della famosa arte marziale (ci sono poi anche numerosi corsi per adulti di Torà e Qabbala). Anche la kasherut è gestita dal centro Chabad, che fornisce cibi anche attraverso un servizio take away 24 ore su 24. Nella città di Larnaca esiste anche un piccolo cimitero, situato vicino all’aeroporto: contiene circa 7 tombe, ma oggi è in disuso. Una storia di rivolte Al di là di tutti questi servizi, quello che colpisce di più a Cipro è il coinvolgimento nelle attività organizzate sull’isola: “engagement” che ha come destinatari non solo gli ebrei che vivono sull’isola, ma anche le comunità all’esterno. Attualmente, per esempio, è in corso un’iniziativa che punta al coinvolgimento degli ebrei dell’isola, e non solo: si tratta della scrittura del Nuovo Sefer Torà del Cyprus Jewish Community Centre, di cui si possono finanziare delle singole parti del testo (capitoli, versi, lettere) così come partecipare alla scrittura di un intero libro o alla realizzazione del Keter, la corona d’argento, su cui fare incidere il nome della propria famiglia. E per la stessa volontà di rendere partecipi tutti alla vita ebraica di Cipro, il centro Chabad è presente su Twitter, uno dei più popolari social network su internet.Una comunità viva e attiva, recentissima. Eppure, si ha notizia di una presenza ebraica a Cipro già all’epoca dei Greci e poi sotto l’Impero Romano. Sotto la guida di Artemione, gli ebrei ciprioti partecipano nell’anno 117 alla grande rivolta contro i romani, subendo come conseguenza l’interdizione per tutti gli ebrei di sbarcare nell’isola. E questo nemmeno in caso di un naufragio vicino alle sue coste. Nonostante ciò gli ebrei continueranno a vivere a Cipro. Un’iscrizione su una colonna, risalente al IV secolo e conservata oggi al Cyprus Museum di Nicosia, ricorda la restaurazione di una sinagoga nel III secolo: un fatto che dimostra come gli ebrei siano poi stati riammessi massiciamente nell’isola poco dopo. In altre iscrizioni si parla di altre sinagoghe esistite in almeno altre tre località: Golgoi, Lapethos e Constantia-Salamine.Altra epoca, altra ribellione: nell’anno 610 gli ebrei partecipano alla rivolta contro i greci governati da Eraclio. Più avanti invece, sotto il dominio musulmano la Comunità ebraica prospererà, specie con l’arrivo e l’influsso degli ebrei sefarditi emigrati in massa nei territori ottomani dopo l’espulsione dalla Spagna nel 1492. Famagosta, città sulla costa orientale dell’isola, diviene così il centro nevralgico della Comunità ebraica sotto gli Ottomani. Un kibbutz ante litteramLa popolazione ebraica a Cipro prospera. E si arricchisce, alla fine dell’800, in pieno Protettorato britannico, di alcuni rifugiati provenienti dalla Russia e dalla Romania. Nella città settentrionale di Margo, in particolare, il gruppo “Ahavat Zion”, creato da rifugiati russi, fonda una comunità agricola, ottenendo anche il sostegno economico della Jewish Colonization Association (Ica). Qui vengono costruiti una scuola, un mulino, un panificio, una fattoria e una sinagoga. Ma il clima caldo e la malaria fanno fallire questa esperienza. Di quell’epoca resta a Margo il cimitero ebraico, in cui si trovano sia tombe dell’Ica che tombe più recenti: l’ultimo funerale qui risale al luglio del 1960.Nel 1901 la popolazione ebraica è costituita da 63 uomini e 56 donne. E la Cipro ebraica è anche oggetto di un pamphlet scritto da Teodoro Herzl nel 1902 intitolato “Il problema dell’immigrazione ebraica in Inghilterra e negli Stati Uniti risolta spingendo la colonizzazione ebraica di Cipro”. Durante la Seconda Guerra Mondiale Cipro svolge un ruolo di primo piano per le comunità ebraiche di tutta Europa. Dopo l’ascesa del nazismo nel 1933 centinaia di ebrei si rifugiano nell’isola. Gli inglesi stabiliscono qui un campo di detenzione per i sopravvissuti alla Shoà che cercano illegalmente di entrare in Palestina: sono circa 11.000 gli ebrei qui confinati dal 1945 al 1949, e 2.000 i bambini nati in questo periodo. Una volta sorto il nuovo Stato, la maggior parte dei rifugiati farà l’aliyà, mentre tanti emigreranno nel Regno Unito. Nel 1963, tre anni dopo la proclamazione dell’indipendenza cipriota dal governo britannico, sono circa 130 gli ebrei qui residenti. Undici anni dopo, l’isola viene divisa nelle due sezioni greca e turca,una ferita storica ancor oggi non sanata.Ilaria Myr http://www.mosaico-cem.it/
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