lunedì 24 maggio 2010
Se il corpo è come un albero. Medicina ebraica e cinese a confronto
Quante cose in comune hanno due tradizioni plurimillenarie come quella ebraica e quella cinese? Molto più di quanto si creda. Anche se i contatti tra le due culture sono sempre stati piuttosto scarsi, ciò che colpisce è un modo simile di concepire il mondo. Specie in ambito di salute e cura del corpo. A raccontarne le similitudini, è stato di recente Paolo Consigli, medico, specialista in psicologia ed esperto in medicina orientale e agopuntura durante un incontro su Medicina ebraica e medicina cinese: energie e sinergie, organizzato dall’AME in collaborazione con il Benè Berith. Il dualismo sarebbe difatti alla base di entrambe le culture: il mondo si manifesta sempre attraverso il numero due ossia dall’accoppiata che comprende un principio e il suo opposto, per esempio giorno/notte, alto/basso, bene/male, luce/buio. Anche la simbologia di queste due filosofie rappresenta ciò perfettamente: per gli uni il Maghen David formato da due triangoli: uno che tende verso l’alto ossia la spiritualità, l’altro verso il basso ossia la materia; per gli altri il cerchio Tao, diviso in due gocce complementari per forma e colore, che rappresenta lo yin e lo yang, due forze energetiche che tendono una a scendere, l’altra a salire. Entrambi i simboli rappresentano tutto ciò che è presente nell’Universo.Nonostante il bipolarismo sia alla base di tutto, sia la medicina cinese che quella ebraica considerano il corpo e la mente come un’unità e tutto deve essere fatto affinché si armonizzino seguendo corrette norme alimentari, tecniche di respirazione e un adeguato movimento. Anche la preghiera è un esempio dell’unione tra corpo e mente: rivolgendosi a Dio si eseguono movimenti oscillatori abbinati alla respirazione; se si prega e si oscilla nel modo giusto, si dovrebbero muovere 18 vertebre (escluse quelle cervicali) corrispondenti alle 18 benedizioni dell’Amidà.Nella tradizione ebraica il corpo viene rappresentato con l’immagine dell’albero che tende verso il cielo e affonda le radici nella terra a simboleggiare carne e spirito. La visione dell’albero si sovrappone a quella dei canali energetici scoperti dai cinesi: lungo questi canali circola l’energia che non deve mai bloccarsi, altrimenti ci si ammala. Secondo i cinesi, agendo su alcune parti superficiali del corpo si può interagire con l’interno: è questo il principio su cui si basa l’agopuntura che, stimolando precisi punti dell’orecchio, può aiutare a risolvere problemi relativi alla testa o all’intestino. Allo stesso modo, leggendo la Torà “superficialmente” si può arrivare a capirne i segreti contenuti all’interno. E proprio di trattare il corpo come fosse un oggetto divino si occupa l’agopuntura. Altre connessioni tra ebraismo e medicina cinese? Ecco alcuni esempi: i maschi ebrei indossano i tefillin che vengono posti in corrispondenza di precisi punti energetici individuati dai cinesi.Chai e Chi, una parola ebraica e un ideogramma cinese, sono usati entrambi per esprimere l’energia, la forza, il soffio che ha dato Dio creando l’uomo a sua immagine e somiglianza. Quindi l’uomo deve sempre cercare l’armonia tra il corpo e lo spirito riconoscendo i processi energetici dell’organismo. “Lo svantaggio della medicina occidentale è che ogni specialista rischia di considerare solo quel certo organo o tessuto su cui è specializzato e non invece l’insieme. In realtà bisogna pensare all’armonia e all’equilibrio della persona in toto. Una pratica non esclude l’altra, le due medicine si integrano perfettamente”, dice Consigli. E avvisa: attenti, siamo in primavera, l’energia tende a svilupparsi e la natura a mutare; è il mese di Iyar (15 aprile-13 maggio), considerato dalla tradizione mistica ebraica come il mese della guarigione naturale e del rinnovamento, periodo ideale per cominciare diete e digiuni terapeutici.Francesca Modiano http://www.mosaico-cem.it/
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