venerdì 21 maggio 2010

CLIMA: SOS CORALLI MED E MAR ROSSO, AL VIA STUDIO

Riscaldamento delle temperature, maggiore inquinamento e acidita' delle acque marine: sono questi i fattori che mettono in pericolo i coralli di Mar Mediterraneo e Mar Rosso, due aree nel mirino dei cambiamenti climatici. Ecco allora al via il progetto ''CoralWarm'' (www.coralwarm.eu) realizzato da una task force di scienziati, formata da ricercatori italiani e israeliani, che per cinque anni studiera' alcune specie di coralli per riuscire a capire le loro possibilita' di sopravvivenza nel corso del prossimo secolo e quindi la salute delle popolazioni presenti. Sara' un tuffo in un mondo per molti versi ancora sconosciuto, quello degli scienziati nelle scogliere coralline dei nostri mari, grazie a fondi europei. ''Il progetto ha vinto un finanziamento di 3,3 milioni di euro dal Consiglio Europeo delle Ricerche (ERC) - spiega Erik Caroselli, ricercatore dell'Universita' di Bologna - che e' il piu' ampio mai aggiudicato per uno studio sui coralli e i cambiamenti climatici in Europa, di fronte ad una concorrenza di oltre 1.500 candidature. Solo l'1% di queste proposte ha ricevuto i fondi''. A guidare lo studio, che partira' ufficialmente da Tel Aviv il prossimo giugno, sono Giuseppe Falini, del Dipartimento di Chimica e Stefano Goffredo del Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale, entrambi dell'Universita' di Bologna. Dal lato israeliano il capofila e' invece Zvy Dubinsky, della Bar-Ilan University, con una partecipazione del laboratorio palestinese dell'Al Quds University di Gerusalemme est, che fara' le analisi chimiche delle acque del Mar Rosso. ''Eseguiremo campionamenti partendo da Genova fino alle coste africane - racconta Caroselli - di sei specie in tutto. Tre saranno quelle prese in esame nel Mediterraneo: la Balanophyllia europaea, di colore beige; la Leptopsammia pruvoti, di un giallo accesso e la Cladocora caespitosa o ''madrepora cuscino'', ancora sul beige. A fare da corrispettivo nel Mar Rosso, ad Eilat, saranno analizzate la Balanophyllia gemmifera; la Stylophora pistillata, di colore dal bianco al rosa e il cosiddetto ''corallo fungo'', sul marroncino''. Qual e' stata la novita' di questo progetto rispetto ad altri? ''La multidisciplinarieta' - ha spiegato il ricercatore dell'Universita' di Bologna - che mette in campo chimici, biologi e fisici dal lato italiano ed ecologi e fisiologi dal lato israeliano. I biologi del Marine Science Group (www.marinesciencegroup.org), un gruppo di studenti e giovani ricercatori specializzato nello studio dei coralli, si focalizzeranno su accrescimento e riproduzione. I fisici valuteranno la debolezza dello scheletro, sotto l'attacco dei mutamenti climatici. I chimici invece studieranno la deposizione del carbonato di calcio, che forma lo scheletro dei coralli''. Questi delicati organismi rappresentano una miniera di biodiversita', nelle scogliere del Mediterraneo cosi' come nelle barriere del Mar Rosso. Una sorta di equivalente delle foreste tropicali, che ospitano miriadi di specie animali. In Israele le specie di coralli sotto esame verranno esposte a condizioni ambientali che simuleranno quelle dei cambiamenti climatici nei prossimi 50-100 anni, con differenti scenari di riscaldamento. Poi gli scheletri andranno a Bologna, per scoprirne le proprieta' meccaniche e strutturali. L'obiettivo finale? Comprendere le reazioni delle specie ai cambiamenti di clima, elaborando un modello matematico per prevedere come varieranno le popolazioni nel prossimo secolo, individuando quelle piu' resistenti e quelle piu' a rischio estinzione.(ANSA). 16/05/2010

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