domenica 9 maggio 2010


Odio, insulti, falsità L’orrore antisemita dilaga su Internet

Milano, allarme del Centro di documentazione ebraica: "Cospirazioni giudaiche, racket sul traffico d'organi, aumento di siti negazionisti"
Milano, 4 maggio 2010 - È BOOM dell’antisemitismo online. Se nel ’95 ne esisteva solo uno, oggi nel mondo si contano 8mila siti e blog antiebraici. Una miriade di spazi nel social network, forum e chat che ripropongono gli orrori classici dell’odio antisemita con l’aggravante della pervasività del mezzo. E, in Italia, tra i 40 e i 50 quelli di rilievo. A dare l’allarme è l’Osservatorio dell’antisemitismo del Cdec di Milano (Centro di documentazione ebraica contemporanea). Una puntuale rassegna di siti antisemiti è stata presentata da Stefano Gatti, dell’Osservatorio, ascoltato come esperto, insieme ad Andrè Oboler, giovane ricercatore australiano, in un’audizione in Parlamento nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sull’antisemitismo, svolta dalle Commissioni Esteri e Affari Costituzionali congiunte. "Sul web si trova di tutto — precisa Gatti che ha suddiviso i siti in quattro gruppi —. C’è un classico sito catto-integralista come Holy War, che ripropone, tra l’altro, il falso storico dei Protocolli dei Savi di Sion. E ci sono pagine web che presentano il tema della cospirazione giudaica per impadronirsi del mondo. Siti anticonciliari. Nostalgie ariane. Siti apertamente negazionisti. L’agenzia Infopal, sulle cui pagine web si parla anche di ‘pulizia etnica sionista’. Fino ad arrivare a spazi online che diffondono la calunnia che vedrebbe gli ebrei impegnati in un racket internazionale del traffico di organi". Gruppi sdoganati da internet. Prima scrivevano su riviste di settore, difficili da divulgare e soprattutto da acquistare. Si pensi al film Suss l’ebreo, proibito in Germania e Francia e facilmente scaricabile dalla Rete in tutte le lingue. Come ha spiegato anche Oboler, "l’impatto dei social media è 50 volte più potente rispetto ai mezzi convenzionali della carta stampata".OBOLER ha studiato l’aspetto della diffusione dell’antisemitismo online a livello globale sviluppando un concetto di ‘Antisemitismo 2.0’, cioè la sempre più diffusa accettazione nel mondo di internet dell’antisemitismo, o di altri atteggiamenti discriminatori che la società reale in cui viviamo ha imparato a ripudiare. Uno fra i siti più gettonati è Holy War, gestito da un italo-norvegese. Ricco di materiale antiebraico e vignette terribili, è da più di 15 anni online. L’Osservatorio del Cdec (le cui ricerche sono finanziate anche con i proventi dell’8 per mille all’Ucei, Unione delle Comunità ebraiche italiane) ha censito anche i siti negazionisti, cresciuti negli ultimi anni. Nove quelli più corposi. E Marcello Pezzetti, storico della Shoah, auspica che il nuovo Museo della Shoah non si occupi soltanto di Memoria, ma anche di denunciare e combattere ogni forma di antisemitismo.
di Stefania Consenti

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