giovedì 13 maggio 2010


Ripensare il Risorgimento

Ieri allo scoglio di Quarto il Presidente della Repubblica Napolitano ha aperto i festeggiamenti per i 150 anni dell'unità d'Italia. Tra i Mille di Garibaldi c'erano, come è noto, alcuni ebrei, in misura decisamente superiore alla loro proporzione numerica in Italia. Ma quando i Garibaldini arrivarono a Napoli la sede locale (unica in Italia) del Banco Rothschild, intorno alla quale era rinata una piccola comunità ebraica, chiuse i battenti per sempre per non avere a che fare con dei sovversivi. La partecipazione ebraica al Risorgimento è stata ampia e convinta, ma probabilmente non da tutti condivisa con lo stesso entusiasmo. C'è stato poi un eccesso di retorica che è costato caro ai tempi del fascismo con la spaccatura tra i diversi modi di sentirsi italiani ed ebrei. Oggi immagino che la stragrande maggioranza degli ebrei italiani consideri utile e opportuna la celebrazione dell'unità d'Italia, come una festa che li riguarda direttamente. Per questo sarebbe importante portare alle celebrazioni il contributo di un serio dibattito storico sui modi di partecipazione ebraica al processo unitario, con tutti i tormenti identitari che ha determinato. Secondo i nostri mistici nel corpo di ognuno di noi abitano più anime: sono cinque, per la Kabalà classica, molte di più secondo Moshè Chaym Luzzatto. Almeno una di queste, probabilmente, parla italiano. Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma http://www.moked.it/

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