lunedì 21 giugno 2010


Tra un Mondiale e l’altro

1990: accompagno una cugina israeliana a vedere il centro di Torino. E’ sabato sera e l’Italia, che ospita i Mondiali di calcio, ha appena vinto la sua prima partita, contro l’Irlanda. Tutta via Roma è piena di gente festante, un tripudio di bianco, rosso e verde, ragazze vestite solo con la bandiera; ci saranno decine di migliaia di persone. La cugina è sconcertata: tutto questo solo per una partita di calcio? “Da noi queste cose si vedono a Yom Ha-Atzmaut” mi dice; e io un po’ fatico a immaginare che in Israele si possa fare una festa come quella senza che sia necessario aver vinto una partita.Nel 1994 sono in Olanda a un incontro degli insegnanti delle scuole ebraiche europee. La semifinale vede l’Italia contro la Bulgaria e tutta la sala compattamente tifa per la Bulgaria. “E’ Davide contro Golia” mi spiega qualcuno. Invece vince l’Italia e il preside della scuola ebraica di Sofia, tutto compunto, si alza e mi stringe la mano.Ma già da quell’anno per me il ricordo dei mondiali di calcio ha cominciato a confondersi con quello dei congressi dell’UCEI. Mozioni, liste, politica, cultura, Israele, giovani, riunioni più o meno segrete, accordi, disaccordi. Tutto spesso con la necessità di fare in fretta perché c’è una partita da guardare. Nel 1998 l’Italia gioca contro l’Austria proprio durante le votazioni per il Consiglio, nel 2006 giocherà alla sera contro la Germania e quindi i delegati devono tornare a casa in fretta. Entrambe le volte il congresso UCEI porta fortuna alla nostra nazionale, ma l’ansia per la partita ha fatto scappare qualcuno prima del tempo.2010: che stana impressione un Mondiale senza congresso. Intanto le vicende delle Comunità ebraiche italiane sembrano sempre più interdipendenti, tra le interviste incrociate dei presidenti di Roma e Milano e le vicende torinesi che vengono variamente commentate in tutta Italia. Molti richiedono un Bet Din nazionale, una kasherut nazionale. Non c’è in ballo solo la riforma dello statuto: le questioni su cui è necessario un confronto tra tutti gli ebrei italiani sono molteplici. Speriamo che a dicembre un congresso finalmente libero dai Mondiali di calcio riesca ad affrontarle.Anna Segre, insegnante, http://www.moked.it/

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