sabato 4 settembre 2010


Colloqui diretti Israele-Anp, primo nodo restano colonie

Obama,nell'angolo sull'economia,avrà forza di spendersi davvero?
2 set. (Apcom) - "Gli estremisti non affosserano i negoziati" ha detto ieri Barack Obama. Parlava anche degli estremisti islamici. Ma era pure un monito ai convitati al suo tavolo. E quanto siano realistiche le aspettative sollevate dai colloqui diretti israelo-palestinesi che si aprono oggi a Washington saranno le prossime settimane a dirlo, e non occorrerà aspettare molto: il 26 settembre, data di scadenza della moratoria unilaterale del governo dello Stato ebraico sulle attività edilizia negli insediamenti e prima cartina di tornasole della serietà delle trattative. Non a caso i primi tentativi di sabotaggio dei negoziati, alla loro vigilia, ieri hanno riguardato proprio i coloni israeliani, con l'uccisione di quattro di loro nel sud della Cisgiordania da parte delle brigate Ezzedine al Qassam, il braccio armato di Hamas. E contemporaneamente, secondo l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, ieri il capo del governo di Gerusalemme ha incontrato il segretario di Stato Hillary Clinton a cui avrebbe comunicato che non sono previste proroghe sulla moratoria: una chiusura che non sembra di buon auspicio. Nonostante si parli di negoziati diretti, la partita è come sempre a tre: all'apertura delle trattative c'è anche Obama, e non a caso. La Casa Bianca vuole conservare nel mondo arabo la credibilità cercata con il discorso del Cairo, ma ha bisogno di risultati tangibili: la plausibile riconoscenza dell'Arabia saudita e degli altri Paesi del Golfo tornerebbe assai comoda in chiave di contenimento dell'influenza iraniana. L'incognita è quanto un Obama preoccupato da fattori di politica interna - economia in primis - abbia tempo e voglia di premere sull'acceleratore: i successi diplomatici alla Camp David portano sì al Nobel per la Pace (peraltro già assegnatogli) ma non alla rielezione, che si basa su ben altri equilibri in cui la politica estera di solito conta poco. E Obama non sarebbe certo il primo Presidente ad aver cercato e fallito una soluzione al conflitto mediorentale.

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