sabato 4 settembre 2010



kibbutz Nir David
Hamas: 'Le cellule dormienti si stanno svegliando'

Nel covo brigate qassam: negoziatori attenti, colpiremo ancora
JABALIYA (STRISCIA DI GAZA) - ''Le cellule dormienti si stanno svegliando e questo e' solo l'inizio: colpiremo ancora. Anche dentro Israele, se Dio vuole''. Le parole di Abu Mohammed risuonano nell'oscurita', con echi di euforia, ad appena poche ore dall'agguato terroristico costato la vita a quattro israeliani in viaggio verso la colonia di Kiryat Arba, vicino a Hebron, in Cisgiordania.A pronunciarle e' un uomo di spicco dell'organizzazione che se ne e' attribuita la paternita': le Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas. L'appuntamento con lui, a notte fonda, e' in una strada polverosa e poco illuminata di Jabaliya, a qualche chilometro da Gaza City, fra palazzine scalcinate e spazzatura sparsa al centro della carreggiata. Oltre un reticolato c'e' un cortile che in realta' e' un piccolo accampamento-rifugio. Abu Mohammed scende da una vecchia macchina bianca parcheggiata li' di fronte e si concede per qualche minuto, a dispetto dell' ''allarme generale''.Dietro il 'nome di battaglia' si nasconde uno dei capi delle Brigate Qassam nel nord della Striscia di Gaza. L'attentato di Hebron e' stato rivendicato da un paio d'ore, non di piu'. Ma nei cieli della Striscia sono stati gia' visti volteggiare alcuni F16 israeliani e il pericolo e' nell'aria. Una rappresaglia sarebbe nell'ordine delle cose. Anche perche' le responsabilita' sono chiare e riconosciute. ''Siamo stati noi, i nostri in Cisgiordania, e abbiamo voluto trasmettere un messaggio preciso'', dice all'ANSA Abu Mohammed in tono di colloquiale ferocia, appoggiando il braccio destro allo sportello e puntellandosi con la mano sinistra su un fucile mitragliatore a canna lunga.Il messaggio e' rivolto insieme ''ad Abu Mazen (il presidente moderato dell'Autorita' nazionale palestinese) e agli israeliani'', che proprio in queste ore si apprestano a riannodare a Washington, sotto l'ombrello della mediazione di Barack Obama, un abbozzo di negoziato diretto: ''Entrambi devono sapere che noi siamo ancora li', nonostante i loro tentativi di distruggerci e di annientare la resistenza, e siamo in grado di assestare colpi dolorosi''. L'uccisione di quattro persone, mirate a caso lungo la strada, rappresenta per lui ''un successo''. E la dinamica spietata dell'eccidio, eseguito con lo stile di un regolamento di conti di stampo mafioso, si spiega con ''la necessita' di essere efficaci, di aggirare gli ostacoli dei sistemi di sicurezza messi in piedi da Israele e dall'Anp'' e di dimostrare che le Brigate al-Qassam sono ancora in grado ''di agire con calma e durezza''. Abu Mohammed e' certo che i colloqui di Washington siano ''una perdita di tempo''. ''Israele - scandisce alzando per la prima volta la voce - non vuole concedere nulla e la resistenza armata e' il solo modo di far valere i nostri diritti. Arafat ha negoziato per anni e alla fine non ha ottenuto niente e lo hanno pure avvelenato''.
''La resistenza - ribadisce - e' l'unica opzione. Non crediamo a nient'altro e non siamo come l'Anp e Fatah, che prendono ordini dai loro padroni americani''. Il suo sguardo, incorniciato da barba e capelli neri e filtrato da un paio da occhialini da vecchio rivoluzionario del tempo che fu, non ammette dubbi. ''Nella Striscia di Gaza (dove dal 2007 regna sovrano il verbo integralista di Hamas) siamo piu' liberi e persino piu' sicuri rispetto alla Cisgiordania di Abu Mazen'', afferma.
Al suo fianco, in penombra, s'intravede il profilo massiccio di un pretoriano in mimetica. Che si gloria di ''funzionare ancora bene'' malgrado gli ''11 proiettili'' ricevuti in una gamba quattro anni fa, durante uno scontro a fuoco con i soldati israeliani. E assente vigorosamente quando Abu Mohammed si dichiara fiducioso che il bagno di sangue di Kiryat Arba possa essere ''solo l'inizio'' di una nuova stagione di violenza.''Colpiremo ancora in Cisgiordania - proclama -, a Nablus e altrove. E anche dentro Israele, inshallah (se Dio vuole)''. ''Le cellule dormienti si stanno svegliando, resistenza fino alla liberazione'', conclude, prima di porgere a sorpresa un piattino di carta con alcuni dolcetti superstiti di una cena di fine giornata di Ramadan. Quattro morti sul ciglio di una strada, un messaggio minatorio ai negoziatori di Washington, uno sgambetto alla credibilita' di Abu Mazen: per gli uomini delle Brigate Qassam c'e' di che festeggiare.02 settembre, http://www.ansa.it/

Nessun commento: