domenica 10 ottobre 2010



arabi cristiani in Israele

Vaticano/ Israele: False le insinuazioni sul calo dei cristiani


Ambasciata: Tasso crescita pari a quello degli israeliani ebrei
Roma, 8 ott. (Apcom) - Alla luce delle "ripetute insinuazioni che sottintendono che il numero dei cristiani presenti nello stato d'Israele sia in diminuzione", l'ambasciata di Israele presso la Santa Sede ha diffuso oggi, alla vigilia del Sinodo sul Medio Oriente che si svolgerà da domenica in Vaticano, i dati elaborati dall'Israeli Central Bureau of Statistics che - vi si legge - provano "il contrario: dimostra che il tasso d'incremento della popolazione tra gli israeliani cristiani è più o meno pari a quello degli israeliani ebrei, con i quali condividono caratteristiche socio-economiche". Differenze in rapporto alla popolazione ebraica - sottolinea la nota - si possono riscontrare nei primi anni '50, con l'arrivo in massa e l'assorbimento di rifugiati provenienti dai paesi arabi e dall'Europa in seguito alla Guerra d'Indipendenza. Un'altra disuguaglianza si è verificata dopo la Guerra dei Sei Giorni, con l'aumento e gli spostamenti delle popolazioni musulmane e cristiane in Israele. Una terza e più eccezionale disparità nella popolazione si è verificata negli anni '90 durante l'immigrazione di massa dai paesi della ex Unione Sovietica che hanno portato ad un sostenuto aumento tra gli ebrei e i cristiani. "Questa immigrazione - prosegue la nota dell'ambasciata di Israele - ha incluso un gran numero di cristiani russi per i quali Israele doveva essere, originariamente, una stazione intermedia; molti, tuttavia, scelsero di rimanere qui e diventare cittadini a tutti gli effetti - prestando servizio militare ed integrandosi nella società e nell'economia dello Stato, a prescindere dalla religione di appartenenza". Quanto alla dispersione dei cristiani all'interno dello Stato d'Israele, "l'aumentato tasso di crescita della popolazione nelle maggiori aree economiche (Tel Aviv, la regione centrale, Haifa) tra il 1995-2008 può essere attribuito all'afflusso di Cristiani non arabi - soprattutto lavoratori stranieri e immigrati Russi". Infine, anche per quanto riguarda specificamente Gerusalemme, "l'aumento costante nella popolazione cristiana riflette quello della popolazione ebraica. Il calo nel 1995 può essere ascritto al trasferimento di alcune aree al controllo dell'Amministrazione Palestinese, un evento che ha causato un calo nella popolazione cristiana nell'ambito di tali aree a causa delle attività politiche, sociali e para-militari dell'Autorità Palestinese e fuori dal controllo dello Stato di Israele".

Nessun commento: