giovedì 14 ottobre 2010


Gli studenti contro Raiz: «Sei sionista»E lui: faziosi, basta giocare a buoni e cattivi

L'ex leader Almamegretta e idolo della sinistra, accusato dal collettivo Cau per l'adesione all'evento pro Israele
«Caro Raiz perché hai aderito alla manifestazione pro Israele?». Se lo sono chiesti, non proprio con questo tono diplomatico, gli studenti napoletani del collettivo autorganizzato universitario (Cau), orbitante soprattutto all'Orientale di Napoli. La domanda l'hanno rivolta via Facebook direttamente a lui, Raiz, ex icona degli Almamegretta, gruppo dal forte messaggio sociale agli inizi dei '90, ora convertitosi all'ebraismo. Il collettivo - che sostiene la causa palestinese - ha reputato «vergognosa» l'adesione dell'artista all'evento (tenutosi sabato scorso a Roma), pubblicando anche una serie di strofe tratte dalle più famose canzoni del gruppo dal contenuto antirazzista.
LA REPLICA DEL CANTANTE - Raiz ha risposto online a «Giulia Valle», pseudonimo del Cau su Fb (Valle Giulia fu teatro degli scontri tra studenti e polizia nel '68, poi messi in versi da Pasolini): «Ti ricordo nel 1938 cosa hanno fatto i fascisti agli ebrei e cosa avrebbero cercato di fare ad Israele se fosse esistito allora -, forse - prosegue il cantante - perchè Raiz è ebreo ed amico di israele, che non vuol dire essere nemico per forza di qualcun altro, forse perchè non c'è niente di vergognoso nel voler forzare il manicheismo che caratterizza chi ha solo voglia di essere fazioso senza mai, dico mai cercare un minimo di obiettività. D'altronde, cara Giulia, per te sostenere la causa palestinese significa forse sostenere la bieca violenza di Hamas? O negare ogni diritto alle donne, agli omosessuali? Spendere ogni dollaro ricevuto dai progetti umanitari in stupidi missili da lanciare su Sderot invece di pensare alle migliaia di poveri del tuo paese? Non credo. Come ti sentiresti se per il solo fatto di sostenere tale causa qualcuno ti chiamasse fanatica integralista, antifemminista, omofobica, reazionaria? Perchè non provare ad uscire dalla logica del giochiamo ai buoni e cattivi e capire che se un conflitto dura 60 anni e passa evidentemente ci sono torti e ragioni come in ogni conflitto da parte di Tutti? A meno che non si pretenda sempre di avere ragione. E mi sa che dal tono categorico delle due righe che scrivi è proprio così...». «STORIA DEL SIONISMO E ZYCLON B» - La risposta pare non abbia convinto gli attivisti del collettivo Cau. Che hanno duramente controreplicato: «"Buoni e cattivi?" Ma quanti anni hai, e quanti me ne dai? io da quando ho 15 anni ragiono per cause ed effetti, così si approccia alla storia. La causa di questo lungo e confuso (?) conflitto è la nascita dello stato d'Israele. L'effetto è la disperata resistenza di un popolo schiacciato dall'occupazione». Segue un lungo batti e ribatti sulla storia del sionismo, le cause della nascita di Israele. Il tono si accende verso la fine dello scambio online. Il collettivo rimbalza le argomentazioni dell'ex Almamegretta commentando: «L’appoggio praticamente incondizionato di Usa e Ue ad Israele permette a Tel Aviv di perpetrare i peggiori crimini contro i palestinesi», con ironica chiosa finale: «Solo un’ultima cosa: parlare in terza persona di se stessi è cosa alquanto strana. Ma ti ispiri più a Cesare o ai tronisti di Maria De Filippi?». All'ironia Raiz ribatte col sarcasmo: «...Dai facciamo pace, ho trovato io la soluzione. Zyclon b per qualche mese e ci siamo sbarazzati del problema! Ciao faziosi. Ah... Cesare mi sembra antico, propendo per un bel tronista». Per la cronaca, sul profilo Facebook di Aaron Wolpa-Raiz campeggia l'immagine di due cagnolini marchiati con la stella di David.RAIZ AL CORRIERE: MAI SVENTOLATO BANDIERE - «Nelle canzoni che ho scritto con gli Almamegretta - commenta Raiz, contattato dal Corriere del Mezzogiorno - non ci sono mai, dico mai, bandiere da sventolare: si parla di convivenza, il messaggio non è mai stato settario. E questo perché sono un convinto assertore della multiculturalità». Poi cita Amos Oz, scrittore israeliano, sempre molto critico con Israele: «Nel pamphlet "Contro il fanatismo" scrive che, in sostanza, spesso quando uno ci attacca pensiamo che non abbia capito ciò che vogliamo dire, ché magari non ci siamo spiegati bene. Applicare, dice Oz, tale ragionamento al conflitto tra Palestina e Israele non ha senso, in quanto ci sono da entrambe le parti ragioni sacrosante e legittime. Mettersi sulle barricate dell'uno e del'altro schieramento non serve a nessuno, non smuove un bel niente. Crea soltanto sofferenza. Perciò - conclude il cantante - personalmente ho tentato di spiegare agli studenti del collettivo che ogni tanto i principi vanno messi in tasca per far sì che le questioni - e questa è storicamente la Questione delle questioni - possano davvero risolversi non in teoria ma concretamente».E IL CAU: «VIVERE È PARTEGGIARE» - Le ultime dichiarazioni dell'artista partenopeo suscitano un'ulteriore risposta, via mail, da parte del collettivo studentesco: «Ringraziamo ancora Raiz per i suoi illuminanti consigli… ma il problema qui è che stare “nel mezzo”, come ci suggerisce, non significa essere equidistanti. Come insegna Gramsci “vivere significa parteggiare” e noi saremo sempre di parte, essere equidistanti di fronte a un conflitto, come quello israelo-palestinese, che vede una tale sproporzione nei mezzi utilizzati e negli obiettivi, vuol dire “scegliere” e scegliere di stare dalla parte del più forte. Raiz, tu questa scelta l'hai fatta! ...hai deciso di stare dalla parte di chi utilizza, per mettere in ginocchio una popolazione, armi di distruzione di massa come il fosforo bianco che, informati, non uccide, brucia. Hai scelto di parteggiare per uno Stato che sperimenta le sue armi fatali su un popolo inerme che alle bombe 'Dime' risponde con le pietre raccolte dalle macerie che quelle stesse bombe hanno creato. Hai scelto di stare dalla parte di chi ogni giorno si macchia di crimini terribili, appoggiato dalle più grandi potenze mondiali. Dici che parliamo di principi e ti atteggi parlando di concretezza. Questo è concreto - prosegue il Cau nella missiva - non sono i princìpi che creano sofferenza, ma la solitudine di un popolo abbandonato, quello palestinese, che vive di solidarietà e aiuti umanitari. Questa è “realtà”, di teorico non c'è un bel niente».Alessandro Chetta 11 ottobre 2010(ultima modifica: 12 ottobre 2010)http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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