venerdì 15 ottobre 2010


La peggior crisi dei pomodori costringe Israele a comprare dal “nemico” turco

Nemmeno il tempo di esultare per la nascita di Antonella, il super-pomodoro, nemmeno il tempo di vendere il brevetto all’estero che arriva la peggiore crisi israeliana dell’ortaggio rosso. Così tocca rivolgersi pure al “nemico” turco per rifornire i mercatini di Tel Aviv e Haifa.Se ne vedono così pochi, di pomodori, che i prezzi sono saliti alle stelle. L’estate della creazione di Antonella è stata – grazie alle temperatura sopra i 45 gradi centigradi – anche quella che ha ammazzato quasi il 90% delle piante. Così, per comprare un chilo si possono sborsare anche tre euro e mezzo. Quasi cinque volte il prezzo medio di maggio.Shalom Simhon, il ministro dell’Agricoltura, ha chiesto ai suoi funzionari di intervenire presso l’Autorità fiscale per revocare – almeno per qualche settimana – il dazio doganale per i pomodori (20 centesimi ogni chilo) importati da Turchia, Giordania, Egitto e Italia. E ancora: di trovare sul mercato estero almeno duemila tonnellate di ortaggio da distribuire subito nel paese e di sovvenzionare gli agricoltori danneggiati.E a cantare il De Profundis del pomodoro made in Israel ci ha pensato “2Eat”, un sito specializzato in cucina. In un sondaggio “2Eat” scrive che la carenza di pomodori ha costretto buona parte dei ristoranti a cambiare il menu. Nella regione dello Gush Dan – scrive il sito di Haaretz – «il 5% dei ristoranti ha tolto l’ortaggio dal menu e ha iniziato a servire ai clienti insalata senza pomodoro». Chi, invece, non ha fatto in tempo a ristampare i menu – continua “2Eat” – ha più che triplicato i prezzi (da 60 centesimi a 2 euro) dello shakshuka o della pasta col pomodoro.13 ottobre,http://falafelcafe.wordpress.com/

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