martedì 23 novembre 2010


1510/2010: ricordando l’espulsione degli ebrei dall’Italia meridionale

Cinquecento anni fa, il 23 novembre 1510, il viceré Raimondo de Cardona promulgava l’editto di espulsione per gli ebrei dal Viceregno di Napoli. Cinquecento anni dopo, un convegno internazionale promosso dal Centro di Studi Ebraici dell’Università di Napoli L’Orientale e patrocinato dalla Comunità Ebraica di Napoli e dalla UCEI ricorda l’evento, il 22 e 23 novembre 2010, nella sede di Palazzo du Mesnil in Via Chiatamone, ove si riuniranno undici studiosi provenienti da Italia, Regno Unito e Israele.Più che illustrare il convegno, trovo utile spiegare in poche parole perché si tratta di un anniversario importante, non solo per gli ebrei d’Italia e per la città di Napoli, ma più in generale per la storia europea e mediterranea.La cacciata degli ebrei colpì migliaia di persone su un territorio piuttosto vasto, l’intera Italia meridionale, interessando soprattutto le fasce deboli della popolazione: solo alle famiglie in grado di versare ogni anno tremila ducati fu infatti permesso di restare. Nel giro di pochi anni, tuttavia, anche i superstiti furono costretti a partire o a integrarsi, e dal 1514 furono raggiunti da ulteriori espulsioni anche i conversos o “cristiani nuovi”, ossia i cristiani di conversione recente su cui gravavano dubbi, spesso fondati, di criptogiudaismo. I provvedimenti avviati nel 1510 provocarono effetti duraturi e molteplici. Da un lato, un consistente numero di esuli – mai precisato né calcolato nella sua concreta entità, ma sicuramente ragguardevole – dovette lasciare beni e dimore per riversarsi altrove: talora in luoghi vicini, come Roma o l’Italia centrale, più spesso nell’Egeo e in varie altre aree dell’impero ottomano. Si ampliò così notevolmente la componente ebraico-italiana di molte comunità ebraiche già esistenti, dalla Grecia al Mediterraneo orientale, in alcune delle quali la presenza dei “pugliesi” o dei “calabresi” divenne – come già era avvenuto con i “siciliani” all’indomani del 1492 – un elemento culturalmente e demograficamente rilevante. Altra conseguenza è che il Sud rimase per un lungo periodo pressoché privo di popolazione ebraica, anche se paradossalmente non del tutto privo di ebraismo, coltivato finché fu possibile dai discendenti di quei conversos che, in qualche modo, erano riusciti a restare. Ultima diaspora degli ebrei d’Europa prima della Shoah, l’espulsione del 1510 fu quindi un evento significativo, ricco d’importanti conseguenze, la cui conoscenza permette di comprendere vari aspetti poco noti dell’ebraismo italiano e mediterraneo e forse fornire elementi utili anche per il suo futuro. Di Giancarlo Lacerenza, Sullam n. 60

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