venerdì 19 novembre 2010 di ELENA LATTES http://www.agenziaradicale.com/
"Secondo la nostra tradizione - spiega il rabbino Menachem Froman uno dei partecipanti all'evento che ha stretti legami con i leader religiosi palestinesi e risiede nel villaggio di Tekoa - la pioggia è legata alle azioni dell'uomo per cui se noi compiamo un passo verso la pace tra noi, forse questo potrà favorire le precipitazioni. Guardate, è secco, tutto secco. Prima di qualunque altra cosa abbiamo bisogno della pioggia. Se non pioverà non ci saranno né Ebrei, né Musulmani, né Cristiani qui". La sorgente si trova a poche centinaia di metri da un checkpoint israeliano e quella è una zona "terra di nessuno", ma essendo situata tra Israele e i territori controllati dall'Autorità palestinese, ha permesso di riunire esponenti religiosi di entrambi i popoli. Tuttavia qualcuno ha provato a trasformare questa lodevole iniziativa in un evento politico: un palestinese del vicino villaggio di Walaje ha cominciato ad urlare che veniva oppresso e il suo territorio occupato quando due poliziotti incuriositi si sono fermati per capire cosa stesse succedendo. Dopo un breve scambio con uno dei rabbini, i due si sono allontanati e la preghiera è cominciata. "Sono venuto qui con i fratelli ebrei e musulmani per pregare affinché Dio abbia pietà di noi e ci conceda benedizioni e pioggia - ha affermato il reverendo Issa Elias Musleh rappresentante del Patriarcato ortodosso di Gerusalemme - Se Dio vuole, le nostre preghiere Lo raggiungeranno ed Egli esaudirà i nostri desideri, poiché egli è capace di qualunque cambiamento. Spero che chiunque abbia a cuore la pace prenda in considerazione l'unione di questi religiosi" Dopo una dichiarazione di unità, i tre gruppi si sono sparpagliati per pregare separatamente. Circa 20 ebrei si sono riuniti intorno ad una piscina vuota dove hanno recitato una preghiera speciale per la pioggia. Per farlo è stato necessario anche digiunare. I Musulmani che forse assistevano per la prima volta ad una simile scena, hanno osservato incuriositi gli ebrei che recitavano le benedizioni, si sono quindi allineati in due file dietro ad un imam e hanno cominciato a pregare per la pioggia (salat al-matar) "A Dio piace l'unità e quando le persone la creano sulla Terra è molto buono, Allah ama questo tipo di vita e desidera che gli uomini non litighino a causa della religione, poiché Egli ha mandato le religioni per fare la pace, non la guerra - Ha affermato Sheikh Abdel Najib, mufti dell'area di Betlemme - Speriamo che Dio sia contento" Tra la folla di giornalisti locali e internazionali, il turista Micah Rosenblatt proveniente dalla Florida, ha osservato affascinato: "Avrei voluto far parte di qualcosa dove ognuno viene e si riunisce per una causa comune, perché amiamo questa terra e ne facciamo tutti parte, quindi dobbiamo lavorare tutti insieme per portare il bene." Guardando al cielo nuvoloso Froman si chiede: "Chi lo sa? Forse le preghiere cambieranno qualcosa. Non puoi mai saperlo. Non puoi mai sapere cosa può succedere. Dio ci guarda dall'alto. Credo che se Egli vede i suoi figli lavorare insieme, i cieli si apriranno e non solo pioverà ma ci sarà la pace." Per il momento sembra che dal punto di vista meteorologico l'iniziativa non abbia dato frutti. Chissà che invece non li dia nel campo della cooperazione interreligiosa.

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