domenica 12 dicembre 2010


La cultura in pubblico

Per una curiosa coincidenza la settimana scorsa il telegiornale del Piemonte si è occupato per due volte (a solo due giorni di distanza l’una dall’altra) di un evento a cui avevo partecipato. La prima volta si trattava dell’accensione in pubblico della prima luce di Hanukkah, la seconda delle lezioni per strada svolte da una quindicina di classi del mio liceo. Da una parte una cerimonia religiosa in ricordo di un miracolo avvenuto 2175 anni fa, celebrata nella piazza di fronte alla Comunità ebraica alla presenza delle autorità cittadine, dall’altra un atto dimostrativo di protesta politica contro l’attuale Ministro dell’Istruzione. Due eventi molto diversi, eppure, come dimostra l’attenzione del tg regionale, entrambi miravano alla visibilità. Le luci di Hanukkah devono essere viste dal maggior numero possibile di persone per ricordare la vittoria degli ebrei contro chi voleva impedire loro di seguire liberamente le proprie tradizioni. Allievi e insegnanti hanno deciso di scendere per la strada a parlare di storia, filosofia, matematica, inglese, latino, greco non solo per protestare contro una politica che penalizza la scuola pubblica, ma anche per rispondere a una campagna mediatica che tende a dipingere tutti come fannulloni senza riconoscere il valore di ciò che si insegna e si impara ogni giorno nelle scuola italiane. Accendere lumi, cantare, mangiare frittelle, tradurre testi classici, risolvere esercizi di matematica, discutere di filosofia: scegliere di fare queste cose davanti a tutti significa affermare orgogliosamente la propria cultura.Anna Segre, insegnante, http://www.moked.it/

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