venerdì 10 dicembre 2010


La mia escursione. La fortezza di Massada e il valore di un simbolo

Una delle escursioni che mi ha maggiormente colpito della mia ultima crociera nel Mar Rosso, a bordo di Costa Allegra, è stata quella a Massada e al Mar Morto.Oggi vorrei raccontarvi della fortezza di Massada e del suo importante valore, anche simbolico. Siamo a Eliat, cittadina di circa 30.000 abitanti nonché unico porto israeliano ad affacciarsi sul Mar Rosso. Importante centro commerciale, in passato ha subito diverse dominazioni, dovute principalmente alla posizione strategica che occupava. Si susseguirono così, nel corso dei secoli, i Nabatei, i Romani, i Bizantini ed ancora gli Arabi.Attualmente la città è un attivo porto commerciale ed un sempre più importante e rinomato centro turistico.Ad attenderci, una volta sbarcati dalla nave, gli autobus che, con un percorso di circa due ore, ci hanno consentito di arrivare nella zona del Mar Morto e alla fortezza.Massada (in ebraico Mezzadà = la fortezza) è il luogo dove i Giudei combatterono la loro ultima battaglia contro i Romani, nel 73 D.C.E’ situata a circa 400 metri sopra il Mar Morto, su un’alta montagna, isolata e circondata ovunque da roccioni.La maggior parte delle notizie su Massada sono state fornite dallo storico ebreo Giuseppe Flavio il quale, dopo la caduta di Gerusalemme, visse a Roma, sotto la protezione di Vespasiano e dei Flavi. Ad oggi non è chiaro se Giuseppe fosse presente agli eventi di Massada o se ottenne le informazioni dagli annali militari romani o ancora da testimoni oculari, fatto è che i suoi scritti costituiscono la fonte informativa principale riguardo questo luogo.Esistono unicamente due modi per raggiungere la cima della montagna: a piedi, attraverso un impervio e lungo sentiero, detto del Serpente, oppure in teleferica. L’escursione organizzata prevede, per una questione di tempi, unicamente quest’ultima possibilità.Una volta giunti in alto, il luogo regala panorami unici che molte guide turistiche definiscono come i più belli di Israele: a est, tra i monti della Giordania, le acque turchesi del Mar Morto; a ovest, infinite distese desertiche della Giudea i cui colori si perdono all’orizzonte.La storia narra che nel 70 d.C., dopo la caduta di Gerusalemme, avvenuta per opera di Tito, un gruppo di superstiti scappò a Massada, raggiungendo un secondo gruppo, di Giudei irriducibili, definiti Zeloti (pieni cioè di “zelo” religioso). Complessivamente un migliaio di persone (960 per l’esattezza), sotto la guida dell’intrepido Eleazar ben Yair.Massada rimase quindi l’unica fortezza in rivolta contro i romani, decisi, questi ultimi, a sconfiggerla. Nell’autunno del 72 il generale romano Flavio Selva iniziò la marcia su Massada con la decima legione e con migliaia di prigionieri giudei. Ma l’impresa non fu affatto semplice. La fortezza era realmente difficile da raggiungere, era protetta da mura alte cinque metri che la cingevano lungo un perimetro di oltre un chilometro e mezzo ed inoltre gli assediati avevano enormi riserve di cibo, che garantivano loro di poter autonomamente sopravvivere per molto tempo.Dopo averla assediata, Selva fece costruire, sul lato occidentale, dove c’era un promontorio roccioso, una rampa di terra, rocce e legno su cui far scorrere le macchine da guerra fin sotto la città: catapulte, baliste e un grande ariete con cui sgretolare le mura. Servì, purtroppo, a poco anche un secondo muro interno in legno e pietra, costruito dagli Zeloti come ultima difesa contro i romani.Quando Eleazar capì che ormai non c’era rimasta alcuna via di scampo, radunò tutti gli abitanti della fortezza e li convinse a commettere un suicidio collettivo. Gli scritti di Giuseppe Flavio riportano parte del discorso pubblico: “Leali miei seguaci, è trascorso molto tempo da quando decidemmo di non servire né i romani né alcun altro se non Dio che è unico ed è il vero e giusto Signore degli uomini. Ebbene ora è giunto il tempo di dimostrare la nostra determinazione coi fatti. In questo non dobbiamo mostrarci pavidi, in quanto, mai ci siamo piegati in schiavitù, ora più che mai non dobbiamo scegliere di esser schiavi, e con questo le pene che significherebbero la fine di tutto, se si cadesse vivi in mano dei romani. Siamo stati i primi nella rivolta e saremo gli ultimi ad abbandonare la lotta. E ancora io penso che Dio ci abbia dato il privilegio di poter morire nobilmente, come uomini liberi e non come gli altri che sono stati ignobilmente sconfitti. Ora ci è chiaro che all’alba la nostra resistenza sarà alla fine, ma siamo ancora liberi di scegliere una morte onorevole per noi e per i nostri cari. E questo non può esserci impedito dai nostri nemici. Che le nostre mogli muoiano senza dover essere stuprate e che i nostri figli non debbano conoscere l’onta della schiavitù; dopodiché ci faremo l’un l’altro, senza alcun rimorso, un favore, e la nostra libertà sarà così conservata. Ma prima bruceremo tutta la fortezza con tutto quel che c’è, sarà un brutto colpo per i romani, questo lo so per certo, trovare le nostre persone fuori dalla loro portata e senza bottino di guerra. Risparmieremo solo una cosa: la nostra abbondanza di cibo, come testimonianza che siamo morti non per volontà altrui, ma perché, come abbiamo deciso sin dall’inizio, preferiamo la morte alla schiavitù”.Ed accadde esattamente questo. Il capo di ogni famiglia uccise la moglie ed i figli; poi radunarono tutti gli effetti personali in una pila e le diedero fuoco.Infine, a sorte, fu deciso chi dovesse uccidere e chi dovesse essere ucciso: l’ultimo sopravvissuto, infine, si gettò sulla spada.I romani, che si attendevano una forte opposizione, assaltarono all’alba il forte, ma tutto quel che trovarono fu un “assordante” silenzio e pile di morti.Due donne e alcuni bambini, che si erano nascosti in una caverna, raccontarono ai romani ciò che era successo.In questo modo finì la lotta degli Ebrei contro la potenza romana e la Terra d’Israele divenne una provincia dell’Impero Romano.La caduta di Massada, il 10 aprile del 73, segna la fine dell’Indipendenza Giudaica, fino alla successiva riconquista, avvenuta il 15 maggio del 1948, con la costituzione dello Stato d’Israele.Nel corso dei secoli, escluso un piccolo gruppo di monaci che vi vissero nel quinto secolo, Massada rimase in rovina e quasi dimenticata. La riscoperta di questo luogo in tempi moderni risale al 1838, avvenuta per opera dello studioso americano Edward Robinson. Negli anni 1963-65 furono eseguiti grandi scavi e minuziose ricostruzioni delle rovine da gruppi dell’Università Ebraica di Gerusalemme.Massada è oggi Parco Nazionale ed è visitata durante tutto l’anno da migliaia di turisti. E’ divenuta un simbolo per i giovani d’Israele, nonché meta di sacri pellegrinaggi.http://imblogger.altervista.org/

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