lunedì 13 dicembre 2010


Mar Morto
Google, lo Zeitgeist e i pregiudizi

La rete è una straordinaria miniera di notizie, anche perché di ogni azione che vi si compie resta traccia da qualche parte. Ogni anno, in questo periodo, Google - che come molti sanno è il principale "motore di ricerca" del web - rende pubbliche le chiavi di ricerche più popolari che gli sono state sottoposte durante i dodici mesi precedenti, e anche quelle che sono cresciute o diminuite di più. In maniera ironicamente corretta questa indagine viene chiamata "Zeitgeist", cioè "spirito del tempo": il termine coniato da Herder per indicare il modo in cui si manifesta in un certo momento storico lo "spirito oggettivo" di hegeliana memoria.In realtà quello che testimonia la ricerca di Google mode, più o meno velocemente contagiose, più o meno permanenti, negli interessi e nelle curiosità del pubblico. Mi è stato fatto notare che nella ricerca riguardante l'Italia, nella categoria delle "Ricerche associate alla parola “significato” di crescente popolarità" cioè quando le persone usano la rete come dizionario, nei dieci termini più ricercati, accanto a "bunga bunga", "waka waka", "probiviri", "bischero" e "sarcasmo" compaiono due termini che ci riguardano: al secondo posto "kippà" e al decimo "Shoà". Controllando per gli altri paesi, non ho trovato domande analoghe, e il Medio Oriente e la difficile partita che vi si gioca non sembra appassionare affatto il pubblico della rete, che appare piuttosto interessato a Lady Gaga e alla "chatroulette" (il termine la cui popolarità cresce di più in Italia e in tutto il mondo, corrispondente a un sito che mette in contatto e fa chiacchierare gente che non si conosce).Resta il fatto che i significati di kippà e Shoà incuriosiscono gli italiani. La cosa dovrebbe indurci a qualche riflessione: evidentemente una buona parte della popolazione anche più evoluta, quella che possiede un computer, ha un collegamento internet e li usa per ottenere informazioni, dell'ebraismo non sa nulla, né dei suoi costumi rituali e tradizionali ("kippà"), né della sua storia ("Shoà"). Qualunque ebreo consapevole si sia trovato a discutere di politica e religione avrà notato un'analoga distanza. Io ricordo una simpatica cena in cui illustri intellettuali mi dissero con convinzione che lo stato di Israele era una teocrazia... perché non aveva una costituzione. Vi è naturalmente anche il rovescio della medaglia, cioè che l'ebraismo incuriosisce, suggerisce alla gente di informarsi e di capire.Non si tratta solo di un problema ebraico. Tullio De Mauro ha mostrato, in una serie di fondamentali ricerche, che in generale il lessico dei giornali, della politica e della burocrazia è incomprensibile a buona parte della popolazione italiana. Ma per l'ebraismo il caso è più grave, perché la difficoltà linguistica si sovrappone a un pregiudizio millenario. Credo che questi risultati dovrebbero farci meditare. Molti di noi per esempio tendono a considerare con distacco e perfino fastidio circostanze "rituali" e "formali" come le giornate della cultura ebraica e della memoria, o i viaggi ad Auschwitz; molti non capiscono la funzione dei musei ebraici, che, come quello di Casale, ricostruiscono in piccoli ambienti un seder, una sukkà o perfino un pasto sabbatico. Lo Zeitgeist di Google ci conferma che queste cose sono ignote ai più, probabilmente sospette ai più per i nomi stranieri, filtrate certamente da antichi pregiudizi teologici e razziali e da nuovi stereotipi diffusi dai media. Quanti sanno le cose basilari sullo stato di Israele, quando è stato fondato, che cosa c'era prima, le guerre che ha subito, la sua struttura geografica e politica? Quanti conoscono il numero esiguo degli ebrei italiani? Quanti conoscono la differenza fra ebreo e israeliano? La lezione è che non bisogna stancarsi di spiegare, di mostrare, di discutere, di contrastare i pregiudizi; che non bisogna dare per scontato quel che ci appare più che banale dell'ebraismo, che non bisogna aver paura di ripeterci e di aprirci, perché ce n'è un grande, urgente bisogno.Ugo Volli , http://www.moked.it/

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