domenica 12 dicembre 2010


Roberto Saviano: "Le mie origini ebraiche"

Trascrizione dell'intervento di Roberto Saviano (la cui madre è ebrea) alla manifestazione organizzata da Fiamma Nirenstein a Roma il 7 ottobre dal titolo “Per la verità, per Israele!”.http://www.youtube.com/watch?v=MnosImbj0GQ La mia verità su Israele è fatta soprattutto di immagini, di immagini che non vogliono essere soltanto quelle della guerra, ma sono immagini che hanno a che fare con lo sguardo a Tel Aviv con la luce di Tel Aviv, la luce di Eilat e la meraviglia di Gerusalemme.Un centinaio di nazioni formano lo Stato israeliano, ebrei da ogni angolo della terra e non soltanto ebrei. Sono lì e lo vedi anche sul volto delle persone e delle nuove generazioni: ragazzi con la madre irakena e il padre della Repubblica Ceca, russi con spagnoli e argentini e tedeschi, ucraini, etiopi.Tel Aviv è una città che non dorme mai, piena di vita e soprattutto di tolleranza, una città che più di ogni altra riesce ad accogliere la comunità gay, a permettere alla comunità gay israeliana e soprattutto araba di poter gestire una vita libera e senza condizionamenti, frustrazioni, repressioni e peggio persecuzioni. Quando c’è stato il Gay Pride in Spagna, le associazioni gay israeliane non sono state respinte, non accolte. Perché è stato un gesto doloroso? Perché le associazioni israeliani accolgono i gay dei paesi arabi che vengono perseguitati, condannati a morte, diffamati, non è possibile rinunciare a interloquire con queste associazioni se davvero si ha a cuore la pace in Medio Oriente. Farlo ha il sapore del pregiudizio.Ecco perché quando si parla di Israele bisogna dimettere questo pregiudizio. Bisogna raccontare come questa democrazia sotto assedio si sta costruendo, si è costruita, ha raggiunto degli obbiettivi importanti, anche sul piano dell’accoglienza. I profughi del Darfur, ad esempio, vengono accolti in Israele. Una religione perseguitata in Iran e in quasi tutti i paesi musulmani è stata accolta in Israele, Haifa è il suo centro più importante: la religione Bahai, nata proprio in Persia.Quindi tutto questo mio parlare è solo per cercare di sperare che in Italia, destra sinistra, centro, comunque la si pensi, si possa parlare con maggiore cognizione, profondità. E quindi la mia verità di Israele si nutre di questo: del ragionamento che ho cercato di fare in questi pochi minuti contro la delegittimazione di una cultura e di un popolo e si nutre di ricordi anche personali.Per esempio mio nonno mi ripeteva sempre una frase che molti di voi avranno ascoltato: «Se ti dimentico Gerusalemme che la mia mano destra si pietrifichi. Che la lingua si inchiodi al palato se non antepongo te al di sopra di ogni pensiero». Io quando ero ragazzino più volte mi dimenticavo di Gerusalemme, allora capitava il sabato di accorgermi che io tutta la settimana non avevo anteposto Gerusalemme ad ogni pensiero. Allora mi ricordo che nel letto cercavo di capire se si poteva vivere col braccio fermo e con la lingua inchiodata al palato. Dicevo: «Vabbè si può vivere lo stesso».Al di là di questa mia follia di bambino, c’è un passaggio della biografia di Peres che ricorda quando da bambino dei pionieri ritornarono nel suo paese freddissimo in Polonia, oggi Bielorussia, e tutti i bambini chiedevano «Com’è? Com’è Gerusalemme?». E questo pioniere cacciò da un tascapane un pezzo di carta appallottolato. Aprì e uscì un’arancia. Per tutti in quel villaggio che non avevano mai visto quel frutto, quello era Israele.Ecco, la mia verità su Israele coincide spesso con questi ricordi, con questa immagine, con questo sogno di libertà e accoglienza.Roberto Saviano.http://andrea-panenostro.blogspot.com/

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