lunedì 10 gennaio 2011


Cantando, sulle ali di un pavone d’oro

Un pavone dalle penne d’oro che volando su mari e oceani intona un canto d’amore. E che porta con sé una lettera della regina di Turchia, folle di passione per un dolce rabbino, Rav Tam. Questo è il significato della canzone Di goldene pave, non solo una delle melodie più belle del mondo yiddish ma oggi anche il nome di un nuovo gruppo musicale tutto italiano. Un quintetto di virtuose, un viaggio nelle varie forme della musica ebraica: le cinque spettacolari musiciste hanno debuttato in prima nazionale, a fine novembre, al celebre Blue Note di Milano con un concerto da togliere il fiato (un altro concerto è previsto a Torino il 28 gennaio, ore 21.30, al Jazz Club di piazza Valdo Fusi). Il cast nasce da una coraggiosa idea della Blueshow, originalissima casa di produzione torinese, che con questa formazione si prefigge di “far conoscere la bellezza musicale ebraica in tutte le sue forme, cantate e strumentali, dal klezmer alla musica sefardita, senza trascurare anche le più nuove espressioni della cultura musicale ebraica”, dichiarano alla Blueshow. Modernità negli arrangiamenti, repéchage raffinato di melodie dimenticate, rivisitazione sorprendente di alcuni brani classici, sapore vintage per alcune azzeccate scelte del repertorio proposto (tranne forse la troppo nota Hava nagila). Tutto il sapore nostalgico dell’ebraismo russo vola sulle note di Tum balalaika, cantato à la manière delle mitiche Barry Sisters, al secolo le sorelle Bagelman, che spopolarono con il loro yiddish-swing tra gli anni ‘40 e ‘60, quando gli ebrei di tutto il mondo ashkenazita impazzivano per i loro dischi, venduti a milioni, e quando perfino Carmen Miranda reinterpretava in inglese un loro hit, Der Naier Sher, dandogli il titolo The wedding samba. Dalla dolcezza di Dona, dona alla melodia indiavolata di una danza serba, dai canti yemeniti e klezmer, all’antico giudaico-spagnolo di brani come Adio Querida che rievoca l’esilio e la cacciata del 1492 -anche se in verità i musicologi ipotizzano una data di composizione più tarda, addirittura ottocentesca, visto che il tipo di melodia si ispira a Verdi-. O ancora Cuando El Rey Nimrod, canzone sefardita cantata in giudaico-spagnolo che racconta l’eterna lotta tra Bene e Male, e del crudele re Nimrod che fa uccidere tutti i neonati per impedire la nascita di Abramo. E che dire del brano Bei Mir Bistu Shein, scritto nel 1932, per il primo e unico musical in yiddish di Broadway -che fu un flop-, canzone venduta dall’autore per pochi dollari, tradotta in inglese e diventata un successo internazionale? Emozione pura. Superlative tutte e cinque le musiciste: la voce di Angelica Dettori spacca, il violino di Luviona Hasani commuove, la viola di Eriola Gripshi insieme al violoncello di Cecilia Salmè e al panoforte di Valentina Verna toccano cuore e anima. Una promenade musicale che si fa divertimento, meditazione sonora, vagabondaggio tra le note errabonde della nostra storia.Per ascoltarle: www.goldenepave.it Fiona Diwan,Milano 10/01/11,http://www.mosaico-cem.it/

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