sabato 26 febbraio 2011


Acco
Allarme degli 007: rischio terrorismo

L’Europa, Italia compresa, «appare sempre più esposta al terrorismo di matrice jihadista» sia come retrovia logistico e di reclutamento per gli estremisti, sia come «potenziale teatro di pianificazioni offensive contro obiettivi istituzionali e ’simbolici', luoghi pubblici e personaggi accusati di essere nemici dell’Islam». Lo scrivono i servizi segreti nella relazione consegnata al Parlamento nella quale, tra l’altro, si sottolinea che ci sono «indicazioni» dell’arrivo o del rientro in Italia di «estremisti con trascorse esperienze jihadiste in contesti di crisi o addestrati nel quadrante afghano-pakistano»In particolare la minaccia nei confronti del nostro paese, dicono gli 007, proviene sia da «organizzazioni attive all’estero», che utilizzano l’Italia come snodo di transito per gli estremisti, retrovia logistico e «potenziale trampolino, se non obiettivo, per pianificazione terroristiche originate anche all’estero, sia da »individui presenti« nel nostro paese. Questi ultimi sono i cosiddetti "self starters" e rappresentano una "incognita particolarmente insidiosa": soggetti che si attivano in maniera «imprevedibile, al culmine di percorsi solitari ’ed invisibilì di radicalizzazione». Gli 007 segnalano inoltre quali sono gli ambienti più "sensibili" alla diffusione dell’ideologia jihadista: i centri di aggregazione soprattutto del nord e gli ambienti carcerari, dove i veterani sarebbero in grado di condizionare e reclutare giovani arrestati per reati comuni.Quella che sta vivendo l’Egitto «è una fase di passaggio non priva di criticità», rileva la Relazione 2010 al Parlamento dei servizi di sicurezza. «Seppure collocabile sulla scia dei moti tunisini, la crisi egiziana - spiegano i Servizi - ha assunto una propria fisionomia in relazione alla peculiarità del contesto nel quale si è sviluppata». «A pochi mesi da una scadenza elettorale che avrebbe dovuto sancire un avvicendamento al vertice nel segno della continuità - proseguono gli 007 - la protesta popolare ha disvelato un fronte del dissenso trasversale e composito, reclamando una rottura con il passato e profilando, nel contempo, una fase di passaggio non priva di criticità».Anche il pericolo di «repentini innalzamenti di tensioni» in particolare nella Striscia di Gaza a causa di una «recrudescenza di azioni anti-israeliane ad opera di locali gruppi terroristici, alcuni dei quali di orientamento jihadista» è evidenziato dalla Relazione 2010 al Parlamento dei Servizi di informazione per la sicurezza. «Nei territori Palestinesi, in caso di fallimento dell’attività diplomatica internazionale volta a favorire la ripresa del processo di pace con Israele - sostengono i Servizi - Hamas potrebbe vedere accresciuta la propria influenza sia tra i palestinesi sia nel mondo arabo, mantenendo alti i toni del confronto con Israele».24/02/2011 http://www3.lastampa.it/

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