venerdì 11 marzo 2011


Haifa
Gli avvenimenti tumultuosi di queste ultime settimane nel mondo musulmano hanno svelato tre importanti e preoccupanti problemi. Il primo è che il mondo occidentale - gli Stati Uniti e l'Unione Europea - hanno dimostrato di non possedere una visione strategica complessiva ma solamente interessi limitati e a breve termine, soprattutto riguardo alle fonti di energia ma anche all'emigrazione, e oltre a tutto in conflitto fra un paese e l'altro. L'occidente ha perso il ruolo di guida nella situazione e ha favorito il caos, con enormi incognite a più lungo termine. Il secondo problema è che gli esperti hanno fallito nelle loro previsioni, o meglio non hanno previsto nulla, guidati nelle loro analisi da speranze, timori, ideologie e interessi più che da un metodo rigoroso e imparziale in grado di produrre visibili vantaggi di lettura rispetto al semplice e sprovveduto cittadino. Il terzo problema è che, secondo i teorici della modernizzazione, la trasformazione delle società segue storicamente precisi percorsi alternativi, ma la rivolta araba non si sta muovendo in questo senso. I due assi portanti del cambiamento dovrebbero essere il passaggio dalla necessità di soddisfare i bisogni materiali quotidiani alla capacità di esprimere esigenze e aspirazioni individuali non materiali; e il passaggio dal predominio di un'autorità religiosa e tribale tradizionale allo sviluppo di valori civili improntati a razionalità. Quando anche le riforme economiche mettessero in moto la prima di queste due dimensioni, la seconda rimane ancorata al punto di partenza, e, nonostante tutti i tumulti nelle piazze, non preannuncia una reale emancipazione del mondo musulmano. Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
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