domenica 20 marzo 2011


Nasce il Museo della Memoria

Un Museo della Memoria per non dimenticare quello che Assisi fece per salvare gli ebrei negli anni tra il 1943 e il ’44. È l’iniziativa che sta portando avanti l’opera Casa Papa Giovanni diretta dal vescovo emerito mons. Sergio Goretti in collaborazione con il Comune di Assisi, la Regione, la Provincia di Perugia, con il patrocinio di Isuc, associazione Italia-Israele e Franciscan Pilgrimage Programs. La mostra, ideata e curata da Marina Rosati, con ricerche e testi di Annabella Donà e la consulenza storica di Francesco Santucci, sarà allestita nei locali della Pinacoteca comunale di Assisi e verrà inaugurata giovedì 24 marzo alle 16.30. Il Museo della Memoria raccoglie scritti, documenti inediti, foto e testi relativi a quel periodo storico e soprattutto ai personaggi che si prodigarono in prima persona per salvare circa 300 ebrei. La mostra parlerà di don Aldo Brunacci, già fondatore dell’opera Casa Giovanni che negli anni ha mantenuto viva la memoria, dell’allora vescovo mons. Giuseppe Placido Nicolini che tirò le fila dell’organizzazione clandestina che, spontaneamente, si era venuta a creare; di p. Rufino Niccacci, padre guardiano del convento di San Damiano, del podestà di Assisi Arnaldo Fortini, del colonnello tedesco Müller, degli Ordini religiosi, del frate minore conventuale p. Michele Todde e tutti gli altri che si prodigarono per salvare la vita a tante persone, destinate altrimenti alla deportazione. Uno spazio sarà ovviamente dedicato anche a Luigi e Trento Brizi, i tipografici assisani che stamparono i documenti falsi per gli ebrei ed insieme ad immagini e riconoscimenti sarà esposta anche l’antica macchina tipografica con cassettiere, taglierina e timbri. “Grazie all’opera Casa Papa Giovanni – spiega la curatrice Marina Rosati – e con la collaborazione delle varie istituzioni coinvolte a cominciare dal Comune e dal consorzio AssisiSì che ha messo a disposizione i locali, questa importante pagina di Assisi potrà essere conosciuta da tutti ed avere il suo giusto risalto. In Italia e nel mondo sono tante le persone che si sono adoperate per salvare gli ebrei – aggiunge Rosati – ma in questo caso parliamo di tanti assisani, religiosi e laici che misero a repentaglio la loro vita per gli altri. È di particolare soddisfazione poi che la famosa macchina tipografica dei Brizi, sfrattata di recente dall’antico locale dove operò e destinata a restare in un magazzino, possa far parte integrante della mostra insieme ad altri oggetti dell’antica stamperia. L’auspicio – conclude Rosati – è che intanto gli assisani, ma poi gli studenti ed anche i visitatori possano apprezzare questa esposizione, unica nel suo genere sul territorio regionale e con tutte le caratteristiche per diventare un museo di più ampio respiro”. http://www.lavoce.it/

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