18 Marzo 2011 13:20
L’alta tecnologia può essere un ponte per avvicinare israeliani e palestinesi. Secondo uno studio realizzato dagli esperti di Mercy Corps, una delle maggiori organizzazioni non governative americane, il 32 per cento delle compagnie tecnologiche palestinesi coopera con compagnie israeliane tramite vendite e accordi di outsourcing.Tra gli israeliani, i primi a delocalizzare parte della produzione in Cisgiordania sono stati Intel Corporation e Cisco Systems Inc., due delle maggiori aziende di high-tech del Paese, che da oltre dieci anni contano su partner palestinesi. Di recente, l’amministratore delegato della società israelo-americana Mellanox Technologies Ltd., Eyal Waldman, ha deciso di stabilire un nuovo centro di software design a Ramallah, preferendola all’India e alla Cina. «Israeliani e palestinesi – ha spiegato – hanno lo stesso fuso orario e sono simili culturalmente. Lavorare con i Territori palestinesi costa meno, e ci permette di restare vicino al nostro quartier generale di Yokne’am Ilit», nel nord d’Israele. Diversi dirigenti e capitani d’industria, al di qua e al di là della Green Line, concordano sul fatto che la costruzione di solidi legami economici tra privati è fondamentale per migliorare la crescita economica a livello regionale e creare opportunità di pace. Dati diffusi dal Fondo Monetario Internazionale mostrano che il settore tecnologico palestinese negli ultimi cinque anni ha raggiunto il numero di 250 imprese, che impiegano 5.800 dipendenti. Una crescita che ha influito, più in generale, sulle percentuali di aumento dell’economia della Cisgiordania, dove è stato registrato un + 8 per cento nel 2010 e un + 7.2 per cento nel 2009.http://www.focusmo.it/
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