venerdì 8 aprile 2011


Dalì e l'ebraismo: la serie Aliyah Di Salvador Dalì si dice da sempre tutto e il contrario di tutto, ma questa ancora non l’avevo sentita: leggo su The Jewish Daily la storia della serie di opere intitolate Aliyah, realizzate dall’artista più importante del surrealismo tra il 1967 e il 1968. Si tratta di opere minori, litografie, ma molto interessanti. Furono commissionate a Dalì dalla Shorewood Publishers per il 20° anniversario della nascita di Israele, e dovevano rappresentare una colorata ed evocativa epica sionista: dopo un’esposizione all’Huntington Hartford Museum furono vendute, e oggi se le tengono strette anonimi privati. La Shorewood però realizzò anche 250 stampe della serie Aliyah. Recentemente David Blumenthal ne ha curato un’esposizione, dividendole in quattro aree tematiche “Esilio e speranza”, “Yishuv” ovvero l’insediamento ebraico in terra d’Israele, “Shoah”, e “Indipendenza”. Nella prima categoria è inserita un’immagine di Rachele spaventosa, scura, quasi astratta (…) Nell’ultima serie invece c’è una figura che allunga lee braccia verso un fondale cn una spirale a strisce blu e viola. Il primo verso dell’Hatikvah, l’inno nazionale israeliano, riempie lo spazio al di sopra del suo capo Il punto A e il punto B dell’epica sionista che gli era stata commissionata. Ma forse qualcosa di più, una dichiarazione d’amore per Israele? Nel pezzo di Jillian Steinhauer si avanza anche questa ipotesi…6 aprile http://www.artsblog.it/

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