martedì 5 aprile 2011


Salumi, formaggi e verdure Brindisi, festa della dieta mediterranea

BRINDISI - Formaggi, affettati, verdure succulente ed in ogni forma, dolci e liquori. Ben di dio di ogni genere tra gli stand della prima edizione della Festa internazionale della dieta del Mediterraneo. Si parte dal presidio Slow Food del capocollo di Martina Franca. La tutela del prodotto da parte dell'associazione ha prodotto la nascita di un consorzio il quale riunisce dieci macellai che si sono messi insieme per creare un prodotto unico ed inconfondibile. E passeggiando nell'ex capannone Montecatini è impossibile non assaggiare qua e là. Il capocollo di Martina Franca, però, non ha certo bisogno di presentazioni. E' già da tempo una sorta di mito, un “mostro sacro” dei salumi con la sua delicatezza. Anche le verdure fanno la loro figura. Rape sbollentate sotto'olio ma anche peperoni e peperoncini di ogni genere. Tra gli stand della Calabria si nascondono tesori gastronomici da non perdere. Dalle salsicce stagionate ai formaggi - c'è perfino il caciocavallo “ripieno” di soppressata -, dai dolcetti al cedro al vino piccante. La nduja, tra l'altro, viene direttamente da Spilinga, il paese che storicamente ha dato i natali a questo meraviglioso mix di maiale e peperoncino e che ospita il consorzio di tutela. Ma dalla Calabria vengono anche grappe e liquori, la maggior parte dei quali di cedro, il frutto ufficiale della regione. «Nel mese di luglio - racconta l'assessore al Turismo del Comune di Belvedere Marittimo - i rabbini della comunità ebraica vengono da noi a scegliere i cedri migliori, che per loro sono frutti sacri. Li selezionano in base alla forma, ai colori ed all'assenza di impurità, dopo di che li mandano in Israele per la Festa della Capanna, che si tiene nel mese di settembre. Nella funzione religiosa, che è una delle più importanti dell'ebraismo, vengono utilizzati quindi i nostri cedri». Oltre alla Calabria, però, c'è anche la Campania, con le succulente mozzarelle di bufala dop. Un piacere per la vista e per il palato, che deve avere caratteristiche peculiari e, soprattutto, essere prodotta solo ed esclusivamente nella zona della dop. «O così - dicono - o non è vera mozzarella di bufala campana»..............02 Aprile 2011 http://www.quotidianodipuglia.it/

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