sabato 2 aprile 2011


San Severino Marche rende omaggio a Mosè Di Segni Il dottore del coraggio a rischio della vita curava i partigiani

“E' un paese cui sono legato da un ricordo affettivo, visto che la mia famiglia si rifugiò in quei luoghi durante i provvedimenti razzisti e mio padre era il medico della banda partigiana”, il Rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma (nella foto), non nasconde, non nasconde una certa commozione nel commentare la notizia che il Comune di San Severino Marche (Macerata) conferirà la cittadinanza onoraria a lui e ai fratelli Frida e Elio, cardiologo che vive in Israele. Ad annunciarlo il sindaco di San Severino, Cesare Martini. La famiglia Di Segni si rifugiò a Serripola di San Severino dopo essere fuggita dalla Capitale perché inserita nella lista degli "ostaggi dell'oro". Mosè Di Segni, fu nascosto con i suoi dalla famiglia del farmacista Giulio Strampelli, e in quel luogo si unì alla banda partigiana del comandante Mario Depangher, organizzando un servizio di assistenza sanitaria. Molti cittadini devono la vita alle cure ricevute dal medico, anche durante la battaglia di Valdiola del 23 marzo 1944. Dopo la guerra Mosé Di Segni fu decorato in vita con la medaglia d'argento al valor militare. Riccardo, Frida e Elio Di Segni hanno mantenuto un forte legame con San Severino Marche. In occasione della cerimonia il rav Di Segni donerà al Comune copia di un manoscritto del padre sugli eventi partigiani avvenuti nella zona. Pagine inedite, che l'amministrazione comunale pubblicherà per il sessantaseiesimo anniversario della Liberazione. http://www.moked.it/

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