venerdì 13 maggio 2011



Rai News risponde: "Su Arrigoni un'intervista emotiva" E l'informazine pubblica diventa un gioco di prestigio
Non solo una risposta tardiva, non solo una risposta mistificante, non solo una risposta insoddisfacente. Ma un vero e proprio affronto alla realtà dei fatti. La lettera fatta pervenire stamane dal direttore responsabile di Rai News al gruppo di italiani residenti in Israele che criticavano il canale per le enormi falsità lanciate riguardo alla morte di Vittorio Arrigoni merita di essere diffusa. Un testo che deve essere conosciuto e pubblicato così come sta, senza commenti, perché tutti possano constatare di persona come l'informazione si riduca spesso a un gioco di prestigio.
"Gentili Signori, dovrei essere io a sentirmi offeso e calunniato dalla vostra lettera, come giornalista e come Direttore di Rai News. Il nostro Canale, infatti, ha subito detto che Vittorio Arrigoni era caduto nelle mani di un gruppo di estremisti islamici. Dopo la morte, abbiamo sottolineato come i suoi assassini fossero stati fino all’ultimo miliziani di Hamas. E quando Hamas ha voluto rendere onore al pacifista e militante pro palestinese Arrigoni, non abbiamo certo taciuto le responsabilità della stessa Hamas. Di quale Rai News state, dunque, parlando? Avete la bontà di presentarvi come “gruppo d’ascolto di Rai News”. Magari! Purtroppo delle ore e ore di informazioni che abbiamo dato sul martirio di Arrigoni sembrate aver visto una sola intervista, messa in rete con l’intenzione malevola di sollevare un polverone e di danneggiare una nostra conduttrice. Veniamo a quel singolo episodio, l’intervista di Anna Maria Esposito a Maurizio Fantoni Minella. E’ un’intervista fortemente emotiva: l’intervistato era amico di Vittorio Arrigoni e ne condivideva l’impegno politico a Gaza. E’ durata troppo a lungo, perché (succede!) un altro collegamento era venuto meno. Verso la fine la nostra conduttrice ha letto un dispaccio d’agenzia che riportava il giudizio irridente di un gruppo di estremisti ebrei secondo cui Arrigoni, ammazzato dai suoi amici palestinesi, se la sarebbe cercata. E solo all’ultimo Fantoni Minella ha tirato fuori la teoria del “cui prodest” (ai palestinesi non conveniva la morte di Arrigoni, perché l’avrebbero ucciso?). Ora è sicuramente giusta la critica sulla durata eccessiva. Si può considerare inopportuna la lettura (nel contesto) di quella nota di agenzia. E persino respingere, perché contraddetto dalle prime notizie di cronaca, il dubbio di Fantoni Minella sulla matrice palestinese dell’attentato. Ma nulla autorizza a sostenere (come fate) che secondo “il duo Esposito – Fantoni Minella il rapimento era falso, ormai smascherato, pertanto si trattava di un’esecuzione di chi aveva tutto l’interesse a far fuori Arrigoni, e cioè tutti quelli sopracitati (integralisti ebrei, ebrei ortodossi, estremisti della destra israeliana)”. Né tantomeno è lecito usare qualche minuto di intervista per sostenere che tutto “il lavoro di Rai News è stato di un’incompetenza e di una parzialità vergognose”. Basta. Posso capire il nervosismo di alcuni amici Israeliani in un momento in cui tutto cambia rapidamente e rischiano di cadere certezze, magari dolorose, ma rassicuranti. Vi prego di lasciar cadere ogni sciocco tentativo di annoverarci nella lista dei nemici di Israele. Non è così. E chi vuol farlo credere fa un torto alle idee che vorrebbe difendere. E vi aspetto in trasmissione per discutere della morte e dell’impegno di Arrigoni, della sicurezza di Israele e dell’accordo Hamas Fatah". Corradino Mineo, http://www.moked.it/

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