giovedì 3 novembre 2011


Le gallerie del mondo

Il Tizio vede una puntata delle Iene. Un servizio è su una delle gallerie clandestine che dall’Egitto portano a Gaza e viceversa. Si vede tutto quel traffico di gente che striscia sotto la volta del tunnel con le merci di contrabbando, e magari gli esplosivi. Le gallerie sono pericolose, possono crollare. A volte le persone sono in galleria che camminano e non sanno che Hamas ha appena sparato missili su Israele: passa un tempo ix, gli israeliani bombardano e la galleria è scossa, a volte cede, e quelli che prima erano vivi, sono morti. Il Tizio vede le facce di queste persone. Il loro lavoro è andare avanti e indietro nel tunnel. Vedere una faccia non è vedere una bandiera, o un simbolo. Le facce degli uomini e delle donne sono diverse e tutte uguali. Diverse perché nere, bianche, avana, gialle, e un volto è ossuto, uno paffuto, una ha i capelli rossi. E le facce sono tutte uguali perché quando gli uomini e le donne del mondo sono preoccupati, o sorridono, pensano, si assomigliano. E ci accorgiamo subito che un nigeriano, uno scozzese, un italiano sono tristi, o allegri, o in pensiero. Fa bene, pensa il Tizio, vedere le facce. Ogni tanto uno vede, si riveste di comprensione e mette in lavatrice il vestito del risentimento che ormai è inguardabile: l’odio puzza. Però, pensa il Tizio, bisognerebbe che le Iene, o la televisione facessero un servizio su una lunghissima galleria sotto terra che conduce dall’anno 33 della nostra Era al 2011. È un tunnel dove è passata e continua a passare la persona ebraica, senza mai uscire. Non lo sa nessuno che c’è questo tunnel e che gli ebrei ci vivono in modo permanente. La gente crede che gli ebrei vivano come tutti quanti, una vita sotto il cielo. Non è così, pensa il Tizio: gli ebrei camminano per strada, vanno al bar, al cinema, al ristorante, a scuola, ma poi, mentre ognuno di loro in apparenza è al bar che prende il cappuccino, al cinema, a scuola, invece è sotto quel tunnel che striscia, senza che nessuno se ne accorga. Una vita clandestina, nel tunnel più antico che ci sia. C’è poi il terzo tunnel, parallelo a quello ebraico, lì dentro ci passano le persone di tutte le epoche, gli ominidi, gli uomini dell’Età del Ferro, soldati delle falangi macedoni, legionari romani, sudditi di Carlo Magno, persone del Galles, piccoli popoli dell’Africa, sciamani, vichinghi che pagaiano verso l’America, e nessuno sa che esiste una galleria accanto dove c’è della gente che passa come loro e come loro ha paura che crolli il tunnel, che manchi l’aria, che uno invecchi senza mai uscire - pensa il Tizio. Il Tizio della Sera, http://www.moked.it

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