mercoledì 16 novembre 2011



Uno stadio per ricordare

Lavorando presso questa comunità con il servizio civile noi volontarie ci trovavamo spesso ad accogliere le scolaresche, un momento di confronto tra noi che lavoravamo lì e i bambini o ragazzi che venivano a conoscere una realtà a loro estranea.Uno dei momenti più divertenti durante le guide in sinagoga era quando raccontavamo loro che il fondatore del Calcio Napoli, proprio di quella squadra che sentivano tanto vicina, era un certo Giorgio Ascarelli, ebreo. Più di tante parole questa era la cosa che forse riusciva di più a richiamare la loro attenzione, si rendevano conto di colpo di quanto non fosse poi così difficile trovare l’ebraismo nella vita di tutti i giorni, e quanto fosse vicino alla loro di realtà.Dunque il fondatore della squadra partenopea era un ebreo, e la cosa non sembrava dar fastidio a nessuno a giudicare dalla commozione e dalla folla che all’indomani della sua prematura scomparsa aveva accompagnato il feretro da via Posillipo al Cimitero ebraico dove tutt’oggi si trova la bella tomba monumentale.E allora cosa è stato a far cadere nell’oblio quest’uomo che tanto diede alla città?Giorgio Ascarelli fu imprenditore di successo e magnanimo mecenate, fu tra i fondatori del Real Circolo Canottieri Italia, nel 1926 fu fondatore del Calcio Napoli allora denominato A.C. Napoli, e donatore nel 1929 alla squadra di uno stadio, il Vesuvio, da circa 20.000 posti, sito nel rione Luzzatti, vicino la ferrovia. Pochi giorni dopo l’inaugurazione di quest’opera morì colpito da peritonite fulminate e lo stadio fu a lui dedicato.Ma nel 1934 Napoli fu scelta tra le città dove disputare i mondiali, e le squadre in campo erano proprio Austria e Germania (per Germania-Belgio e Austria Germania), così, in linea con il clima politico fascista, il nome di Ascarelli fu cancellato e lo stadio prese il nome di Partenopeo, prima di essere poi distrutto dai bombardamenti degli alleati.Settantasette anni dopo la memoria ritorna ed il nome di Ascarelli viene restituito alla storia, con l’intitolazione proprio al mecenate ebreo dello stadio di Ponticelli in via Argine. Un gesto forte da parte delle istituzioni che, come ha ricordato l’Assessore Tommasielli, va nella direzione di un messaggio di tolleranza per una Napoli antirazzista, aperta, antifascista e libertaria.Il 17 novembre, non a caso la data della promulgazione delle leggi razziali del 1938, alle ore 11.00 Napoli avrà finalmente il suo stadio Ascarelli ed i tifosi ricorderanno con orgoglio il nome dell’ebreo fondatore.Claudia Campagnano, da Sullam n.82

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