sabato 10 dicembre 2011

Quel vino inneggiante al Führer: vergogna

Scrivo per commentare un articolo apparso ieri mattina sulla prima pagina del Corriere della Sera-Roma e che racconta la storia del negozio di viale Eritrea che assieme a gadget e cartoleria vende bottiglie di vino con etichette raffiguranti Hitler e Mussolini. L' esercente in questione ci fa sapere essere di destra (e quindi?), venire da una famiglia di militari (facendo torto alla gloriosa storia dell' Esercito Italiano si accosta l' essere di destra ai militari) e ci dice che è laziale e vende i gadget della Roma, come se vendere gadget della Roma e della Lazio sia equiparabile al vendere materiale dove sono ritratti volti di dittatori sanguinari, sterminatori di popoli e promulgatori di leggi razziste per le quali tante persone hanno sofferto e sono perite e dando la possibilità a qualche folle acquirente di «brindare», magari a tavola con mogli e figli, bambini e bambine con tali vini dalle etichette altrettanto folli. Come persona di religione ebraica, ringrazio il negoziante perché grazie al suo comportamento e alle sue politiche commerciali aiuta a sfatare il falso mito del commerciante ebreo disposto a tutto per il business e per il guadagno. Da oggi sappiamo che per il commerciante in questione, che non è di religione ebraica, tutto è lecito per far soldi... e il tutto nell' indifferenza generale, e se non fosse stato per la solita signora rompiscatole, mi auguro a sua volta non di religione ebraica ma temo che lo sia, le bottiglie sarebbero rimaste in vetrina, magari accanto all' addobbo di Natale in un macabro accostamento tra Hitler e le prossime festività. * Responsabile delle Relazioni esterne della Comunità ebraica Della Rocca Ruben, 9 dicembre Corriere della Sera

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