venerdì 20 gennaio 2012


Nella foto in alto: il caporale Elinor Joseph, prima donna araba entrata in una unità di combattimento delle Forze di Difesa israeliane. “Guardate il berretto” dice Elinor con un grande sorriso, intervistata da Rotem Caro Weizman, esibendo con orgoglio il berretto verde che si è guadagnata completando il corso d’addestramento per entrare nel Battaglione Karakal. Nata e cresciuta in un quartiere misto arabo-ebraico della città di Haifa, si trasferì successivamente a Wadi Nisnas, il quartiere arabo dove vive tuttora. Benché avesse sempre portato al collo la piastrina di suo padre, che aveva servito nei paracadutisti, non pensava davvero di arruolarsi lei stessa. Quando lo fece, dovette affrontare l’ostilità di molti amici arabi che minacciavano di toglierle il saluto. “Ho deciso di andare avanti lo stesso e vedere quali erano i miei amici autentici. Mi era chiaro che dovevo fare qualcosa per difendere la mia famiglia e il mio paese. Io sono nata qui”. Dice d’aver poi capito che era la cosa giusta da fare. “Col tempo, quando fai le cose col cuore, ne capisci l’importanza. Alla fine mi ha sorpreso vedere come anche quelli che non volevano più parlare con me hanno accettato la mia scelta”. Secondo Elinor, essere soldato significa garantire la sicurezza per tutti i cittadini israeliani, compresi gli arabi israeliani come i suoi genitori. E ricorda quella volta che un razzo Katyusha cadde vicino a casa sua, ferendo alcuni arabi. “Se qualcuno mi dice che servire in unità di combattimento israeliane significa potersi trovare ad uccidere degli arabi, rispondo che molti più arabi sono uccisi da altri arabi”. “In fin dei conti – conclude – questa sarà sempre la mia casa, e sono convinta che, nonostante tutto, prima o poi verrà la pace”.(Da: northshorejournal.org, 28.7.2010) http://www.israele.net/

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