venerdì 3 febbraio 2012


Nessun problema

Ci sono giornalisti che con un atteggiamento da scienziati del reale osservano possibilità virtuali di guerra tra Israele e Iran, Iran e America, Europa e Iran, Iran e India, Pakistan e Inghilterra, Egitto e Libia, Turchi e Curdi, Cina e Tibet, Giappone e Laos, Corea del Nord e Corea del Sud e mi pare che non ci sia rimasto altro. Quei giornali e quei giornalisti prendono il mondo, lo distendono come un corpo sulle loro scrivanie e con un distacco morbido, come se fossero amici a una scampagnata e stessero mangiando panini al burro e tartufo al tempo del circolo Pickwick, e seduti sull'erba osservassero un'esercitazione militare, dicono che l’Iran potrebbe tirare missili sull’Occidente e l’Occidente reagire in modo medio, oppure in forze, o lasciar fare, o glissare, o mediare, o andare per sanzioni, o essere contrario alle sanzioni; che l’Iran non si impegnerebbe mai in una guerra regionale, o forse lo farebbe, e l’ America potrebbe farlo come non farlo, dipende dalle condizioni meteorologiche, dalle primarie repubblicane, dal calo delle prezzo delle zucchine in Dakota, e poi l’Iran non è così pericoloso e non ce la fanno ad arrivare in Europa con quei missiletti – in privato Loro dicono così: “missiletti”, e con sussiego danno un morso a un panino al tonno e maionese, non al tartufo, quello costa, e il sussiego si arena. Questo distacco dal fatto delle case e delle città a un tratto svanite, le città svanite di altri, le vie svanite di sconosciuti, o mediamente svanite e abitate da sconosciuti medi, o minimamente svanite abitate da cani pechinesi, o potenzialmente minacciate di svanire ma non destinate a svanire, questa distanza critica, questa forbita fluidità dialettica dovrebbe essere la garanzia che Loro sanno di cosa parlano: geo-politica, capacità militari, diplomazie, economia planetaria, avvertimenti cifrati - non speculano su gente che un domani potrebbe rimanere maciullata come per una guerra tecnologicamente arretrata, fatta davvero col sangue e il ventre squarciato che duole e gli arti che si spezzano. Se un giorno quei giornali e quei giornalisti dovessero essere personalmente coinvolti da bombardamenti, raggi-laser, neutroni, missili tattici, droni, reagirebbero con analogo distacco, come se al posto dei panini tartufati mangiassero missiletti. Ecco che ora abbiamo la possibilità di vedere gli effetti di una bomba tattica di provenienza salafita, o turca, o siriana, o greca, o iraniana, o al limite americana, o bada bene russa, o russa per mano cecena, o cecena rimasta senza mani, oppure americana per mano israeliana. E abbiamo la possibilità di vedere un tale missiletto cadere sulla Loro redazione. Il fumo, una radiazione tossica di kz intelligente pervade l’aria e sa perfettamente dove andare a corrodere: sui muri e non sui volti, sulla calce e non sui vasi sanguigni, sulle strutture cibernetiche e non sui capelli. Il kz entra nelle stanze, la gente tossisce violacea e guarda scettica il buco nel soffitto e quelle travi che penzolano, a dire il vero in modo sconnesso, sporcando tutto. “Hai visto come è piccolo il buco nel tetto?”. “Sì: il materiale fissile è scadente, la grondaia è intatta, mi viene da ridere”. “Noi lo abbiamo sempre detto: l’armamento che hanno è insufficiente. Sono burini”. “E la provenienza?”. ”Bisogna vedere quali servizi hanno agito”. "Certo: potrebbero essere stati i turchi per conto degli Israeliani, Al Qaeda per fare un piacere alla Cia, il Mossad per conto del Giappone, in cambio di uno scenario diverso in Pakistan e l’Inghilterra per una Polonia libera dalle patate”. "Sì. Hai lo stomaco forato”. “Vero, ma il buco investe un’area estremamente limitata. Tu domani vai alla partita?”. “Non lo so. Lilli ha una festa all’ambasciata cinese. Piuttosto: noti per caso che materia sia quella che adesso sta uscendo da un orecchio del direttore?”. “Sì: materia grigia”. "Allora non è niente”.Il Tizio della Sera, http://www.moked.it/

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